Si sono conclusi nella notte gli US Open 2015 anche per quanto riguarda il circuito ATP, con la vittoria di Novak Djokovic su Roger Federer in quattro set.
La finalissima, che ha preso il via solo dopo le una italiane a causa della molta pioggia caduta sullāArthur Ashe, ĆØ arrivata come culmine di un torneo che ha dato una volta di piĆ¹ numerosi spunti per lāattuale situazioni di tanti interpreti del circuito, attesi o inattesi che fossero.
A seguito di queste due settimane di grande tennis Made in U.S.A., andremo ad analizzare quali sono stati i protagonisti di questa edizione 2015, che contrariamente a quella dello scorso anno ha confermato lo strapotere dei campioni che guidano la classifica ATP.
NOVAK DJOKOVIC: Voto 8
Il numero uno resta sempre il numero uno. In fatto di punti non ci sarebbero stati comunque dei dubbi, eppure la sensazione, espressa anche dallo stesso Roger Federer a margine della finale, resta quella di un senso di quasi assoluta imbattibilitĆ : con una condizione fisica davvero invidiabile, la solita soliditĆ mantenuta per tutto lāarco dei suo incontri e dei colpi che rasentano i piĆ¹ complicati calcoli geometrici, Novak Djokovic non sarĆ unāartista della racchetta in senso stretto, eppure in questo momento la lista di giocatori in grado di tenergli testa sembra piĆ¹ povera che mai.
ROGER FEDERER: Voto 7
Non si poteva (forse) chiedere di piĆ¹ al campione di Basilea, anche perchĆ© la carta dāidentitĆ inizia maledettamente a pesare quando si gioca al meglio dei 5 set, e se cāĆØ spazio per le recriminazioni su quelle opportunitĆ avute proprio nel corso della finale, il nome del suo avversario non rappresenta affatto un alibi, ma rispecchia semplicemente lāoggettivitĆ delle cose, ovvero che nonostante lāesperienza la tensione puĆ² condizionare anche i migliori e che in questo momento solo una serie di fattori potrebbero far girare un match dalla sua parte in un h2h.
Detto questo, torneo da grande ed un gioco ancora da sognare la notte. A 34 anni.
MARIN CILIC: Voto 6
Discutibile? Certo! Eppure il vincitore del 2014 ĆØ sembrato imboccare una strada estremamente piĆ¹ semplice del previsto, viste le uscite di scena di Grigor Dimitrov, David Ferrer e del piĆ¹ deludente di tutti, Kei Nishikori. Rischiare cosƬ con il kazako Mikhail Kukushkin, anche se in stato di grazia, e con Jo-Wilfried Tsonga non ĆØ affatto da prendere come una mancanza da matita rossa, eppure gli enormi passi indietro fatti rispetto allo scorso anno lo vedono retrocedere ancora una volta a protagonista occasionale, troppo inconsistente per resistere colpo su colpo a chi gli sta davanti. E se i punti persi non sono molti, perchĆ© la semifinale ha salvato il salvabile, lo stesso match contro Djokovic ha mostrato limiti davvero pesanti, lasciando ai posteri un risultato decisamente imbarazzante.
STAN WAWRINKA: Voto 7-
Al bravo Stan ĆØ sicuramente mancato lāacuto nel momento decisivo, quello che lo avrebbe riportato in finale Slam in caso di upset ai danni del connazionale Federer.
Se la semifinale ĆØ stata, fra le varie cose, anche lāennesimo saggio del N.2 del mondo in fatto di luciditĆ e cinismo, non vanno affatto sottovalutate le vittorie contro Hyeon Chung, match davvero piĆ¹ insidioso di quanto si potrebbe pensare, contro lāidolo di casa Donald Young, altro ragazzo che a Flushing Meadows ingrana marce che di solito neanche sa di avere, e Kevin Anderson, lontano parente di quello visto contro Andy Murray ma sicuramente pericoloso se non contrastato a dovere.
Altra semifinale e altra conferma importantissima, e questo voto vale soprattutto per quanto questo Wawrinka puĆ² dare a questo tennis.
FELICIANO LOPEZ: Voto 7
Anche allo āspagnolo atipicoā spetta un ottimo voto, e le motivazioni sono molteplici: dopo aver battuto il qualificato Nikoloz Basilashvili, lāimportante test contro Mardy Fish non ĆØ di poco conto, figurarsi se poi consideriamo i successi di lusso su Milos Raonic e Fabio Fognini, pensando che in queste vittorie cāĆØ stata la testa, un piano ben definito e la bravura nel portare avanti un copione scritto silenziosamente giorno dopo giorno. Eā uscito dal Novak Djokovic che tutti conosciamo e giĆ abbiamo abbondantemente descritto, con la sua buona parte di merito e senza sfigurare, neanche per un 15. Bravo davvero.
JO-WILFRIED TSONGA: Voto 6,5
Fino agli ottavi il percorso del francese era sembrata quasi una passeggiata di salute, con lāostacolo Benoit Paire, giustiziere di Nishikori e di Robredo, che non era stato altro che un ulteriore slancio per un Major vissuto da protagonista. Con lāarrivo di Cilic si sono spente tutte le alte speranze, e se le occasioni ci potevano essere visto anche il benestare dei bookmakers, la rimonta da 0-2 si ĆØ fermata a pochi games dallāimpresa, con tanti buoni punti ma con i soliti limiti di chi ancora ĆØ in cerca del grande exploit in tornei di questo calibro.
KEVIN ANDERSON: Voto 7-
Inutile nascondere che il segno meno ĆØ tutto per lāinconsistente prova offerta contro Stan Wawrinka ai quarti di finale, eppure il cammino che porta fino al terzultimo atto di un torneo di tale importanza va tenuto in considerazione: la vittoria su un enfant terrible come Andrey Rublev allāesordio, il 3-0 rifilato a Dominic Thiem e, dulcis in fundo, la straordinaria prova offerta contro il N.3 Andy Murray, sono stati tutti passaggi della conferma che, per chi di solito vive a margine di fama e notorietĆ , il duro lavoro paga, e lāessere nuovo a certi tipi di situazioni puĆ² portare ad un repentino calo di energie nervose fondamentali in match come quello contro Wawrinka. Tante attenuanti, dunque, e altrettanti complimenti per il gigante buono.
RICHARD GASQUET: Voto 6,5
La prova deludente offerta contro Roger Federer, anche se lāasticella si era non poco alzata, viene dopo unāottima vittoria sul ceco Tomas Berdych e dopo la grande prova offerta contro Bernard Tomic, durante le quali partite si ĆØ potuto ammirare il talentuoso Gasquet che tutti hanno potuto conoscere nelle stagioni piĆ¹ rosee della sua carriera. Non va certamente dimenticato che avremmo potuto parlare di tutto un altro torneo se lāinfortunio non avesse colpito lāaustraliano Thanasi Kokkinakis, quando al primo turno stava per battere in grande stile proprio Gasquet, eppure la reazione ĆØ stata notevole, e come al solito per ritrovare la continuitĆ serve una buona dose di fiducia che, francamente, non ci sentiamo di negargli.
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In ordine sparso vediamo chi, al di fuori degli ultimi otto giocatori sopravvissuti al tabellone newyorkese, si ĆØ comportato bene, meritandosi una menzione speciale, o chi ha deluso, vedendo il proprio nome sul taccuino dei peggiori:
TOP: Fabio Fognini, Benoit Paire, Mikhail Kukushkin, Jeremy Chardy, Hyeon Chung, Donald Young, Adrian Mannarino, Bernard Tomic, Jiri Vesely
FLOP: Kei Nishikori, Jerzy Janowicz, Grigor Dimitrov, Gilles Simon, Nick Kyrgios