[tps_title]Novak Djokovic[/tps_title]
Voto: 2
Il serbo, campione in carica, si trova ad affrontare la classica prova del nove, ultima possibile chance di zittire sonoramente coloro i quali, me compreso, da mesi ne narravano il parabolico declino. Tabellone privo di reali insidie (complice un cristallineo Pouille caduto vittima del volere celeste) fino ai quarti di finale, che lo vedono opposto a Dominic Thiem. Quella partita, persa 7-6 6-3 6-0, è il palese simbolo dell’attuale situazione del salice Nole, costretto a subire devastanti sconfitte che, senza possibilità di reagire, ne minano incontrovertibilmente la mente ed il fisico.
[tps_title]Alexander Zverev[/tps_title]
Voto: 1
Il campione di Roma subisce una pesante sconfitta al primo turno, patita per mano dell’arguto Verdasco che fende i potenti colpi nelle giovani consapevolezze del predestinato tedesco. In realtà, il risultato in sé, non è troppo allarmante. Lo spagnolo è un giocatore esperto e di alto livello, l’incubo di qualunque giocatore lo possa incontrare al primo turno. L’episodio, dunque, costerà solo una grave insufficienza nell’odierna pagella, ma servirà al lampione Alex come fondamentale tassello di crescita per la sua carriera monotona e gloriosa.
[tps_title]Dominic Thiem[/tps_title]
Voto: 7.5
Ottimo, è stato, il quarto di finale con Djokovic. Dopo aver vinto, due settimane prima, un solo game nei due set giocati e persi della semifinale agli Internazionali, coglie al volo la tremebonda condizione del serbo e lo calpesta belluinamente. In semifinale, poi, nulla puo’ nei confronti della famelica tattica del futuro campione Nadal, che gli insegna come, nel tennis di oggi, la sola forza costante e continua, con i più forti, non paghi.
[tps_title]Andy Murray[/tps_title]
Voto: 7
Lo scozzese raggiunge la semifinale infilando una serie di prestazione in crescendo. Avvii lenti e smorti rendevano i suoi primi due turni un tripudio coordinato di sbadigli e palpebre cadenti, oscenità dilettantistiche che costringevano il pubblico a tifare la contagiosa simpatia di Martin Klizan. Fortunatamente, però, da lì in avanti lo scozzese opta per un cambio di marcia, trovando convincenti vittorie con Del Potro, Khachanov e Nishikori. Cade poi sotto i colpi di Stan, che, essendo più forte, giustamente lo estromette dal torneo.
[tps_title]Karen Khachanov[/tps_title]
Voto: 8
Il giovane che più mi ha colpito in questo Roland Garros. Classe 1996, batte prima Berdych, capace come nessuno di perdere partite a raffica, poi Isner, dopo una battaglia di quattro set nei quali dimostra, oltre ad ottimi colpi a rimbalzo, anche una buona visione di gioco. Cede a Murray, in tre set piuttosto netti, ma il torneo del russo resta comunque di ottimo livello. Lo preferisco a Chung, atipico asiatico che attende anziché anticipare, e Tiafoe, classico americano monocorde e prevedibile.
[tps_title]Juan Martin Del Potro[/tps_title]
Voto: 5
Nonostante la moltitudine di motivazione per le quali risulta impossibile non amare l’argentino, sotto il mero aspetto di gioco presenta lacune apparentemente incolmabili. Rovescio inesistente, addirittura controproducente, limitata mobilità laterale e fiacca rapidità di piedi. Con queste caratteristiche tecniche, anche il dritto, seppur di accecante bellezza, non puo’ portarlo al bramato vertice, ma relegarlo ad una tenue mediocrità che, potenzialmente, non gli spetterebbe.
[tps_title]Stan Wawrinka[/tps_title]
Voto: 9
Torneo quasi perfetto. Nessun set ceduto fino alla semifinale, dove supera meritatamente la maratona con Murray. In finale, opposto a Nadal, in tanti si aspettavano di rivedere lo svizzero che, sullo stesso campo, battè Novak Djokovic nella finale del 2015. Nulla di ciò, invece, è successo, ma le motivazioni sono esclusivamente di livello tecnico. Le traiettorie proposte dal serbo, piatte e lineari, ben si sposano con le apollinee accelerazioni di Wawrinka, che sfrutta la regolarità degli scambi per imprimere ancor più forza ai propri fondamentali. I colpi dello spagnolo, invece, frullano e prendono aria, arrivando ad un’altezza alla quale, le fiammate dello svizzero, faticano ad esplodere. Nonostante il risultato, Stan dimostra, una volta ancora, che negli appuntamenti importanti continui ad essere un nome concreto da incidere sul trofeo.
[tps_title]Rafa Nadal[/tps_title]
Voto: 10
Titolo Slam numero 15 e ritorno alla seconda posizione del ranking mondiale. Si potrebbero spargere fiumi di poetiche parole sulla storica impresa del titanico spagnolo. Il collerico vortice, riassaporato il carezzevole gusto della vittoria, torna ai fasti di un tempo. Pensarlo dodici mesi fa costretto ad una conferenza stampa che vedeva protagonista un algido tutore al polso sinistro, sembra oggi fantasia. Il maiorchino è tornato. Tutto, ora, ha ripreso a funzionare.