Il quadro dei quarti di Pechino è quasi completo, in cui non rientra Musetti

Definiti quasi tutti i rimanenti quarti di finale, incluso quello di Yunchaokete Bu che ha estromesso Lorenzo Musetti. Oggi in campo Cobolli e Sinner

Di Damiano Battiato

Siamo quasi agli sgoccioli del torneo, fra le giornate di ieri e oggi si sono disputati tutti gli ottavi di finale, o almeno fino a quando il buon tempo per giocare all’aperto reggeva, ma questo non è stato il caso di Rublev-Davidovich Fokina, sospesa per pioggia a data e orario da destinarsi dopo appena tre game. L’ottavo di fianco è stato quello disputato fra Lorenzo Musetti e il cinese Yunchaokete Bu, 96-esimo del ranking, anche se si tratta di un tennista in grande crescita affacciato da poco per la prima volta in top 100 che merita piazze maggiori per il gioco che esprime, da attenzionare sicuramente.

Disagio di Musetti durante l’incontro che deve cedere qualcosa di troppo per via di un gioco troppo difensivo e temporeggiante avente lo scopo di indurre l’avversario a scambiare, dunque ad aumentare le probabilità dei suoi errori; tuttavia, scambia da posizione troppo arretrata, e troppa è anche la pressione offensiva del cinese per poter anche solamente pensare ad un suo colpo fuori misura, visto davvero poco, contrariamente ai suoi colpi profondi lungolinea.

Così di fatto il cinese ottiene la vittoria del set per 6-2 in meno di mezz’ora di gioco, serve anche molto bene, e se non fa punto a primo colpo consegue a breve per ciò che si costruisce, e a poco servono complicate soluzioni da posizione defilata a rientrare da parte di Musetti, la palla gira troppo poco per spegnersi dentro al campo.

Il secondo set si svolge in maniera pressoché analoga, le giocate di Musetti cambiano, ma non la sostanza: stavolta o sono troppo imprecise per essere tenute persino nel rettangolo di gioco, o sono troppo leziose nel tentativo di battere l’avversario nel tempo di reazione, più producenti per Bu che per Musetti, l’1-4 è frutto sia di questo che di un servizio poco lucido.

Siamo in dirittura d’arrivo allo stesso modo del primo set quando arriva la reazione d’orgoglio di Musetti e torna il suo magico rovescio ad una mano che gli regala un punto più bello dell’altro; sembra quindi tutto ancora da decidere sul 4-4, ma è un sogno che bruscamente viene interrotto da un rendimento analogo a quello prima dell’1-4 così come da un ottimo Bu, un’accelerazione spettacolare che spolvera l’angolo di campo opposto rispetto a quello difeso da Musetti chiude il set 6-4 a suo favore, dunque l’incontro, spauracchio cinese che si ripete ancora per il nostro tennista (se Bu avesse perso l’incontro precedente, Musetti avrebbe comunque affrontato Shang, e sappiamo tutti gli appassionati di tennis come è andato a finire il recentissimo precedente).

Questa è stata dunque la definizione per metà del quarto di finale parallelo a quello di Jannik Sinner, vincitore con una fatica iniziale non indifferente contro Safiullin, e Jiri Lehecka, anche lui in maniera simile conduce a buon fine l’incontro contro lo spagnolo Bautista Agut.

L’altra parte di tabellone è più scoppiettante, perché vede affrontarsi in un quarto Cobolli e Medvedev, che già si sono incrociati ai più recenti US Open con la vittoria di quest’ultimo, ma nulla ci vieta di sperare nel nostro giovane formidabile tennista che ha macinato ottimi risultati fino ad ora alla 32-esima posizione del ranking.

L’ultimo quarto è quello tra Alcaraz e il russo Khachanov, insidioso ma non abbastanza sulla carta per lo spagnolo, già formidabile contro un ottimo giocatore come il nederlandese Tallon Griekspoor, forse anche troppo per averlo fatto apparire come una comparsa: incontro senza storia per lui, 6-1 6-2 è il punteggio di un dominio avvenuto prima di tutto sul piano tecnico; energici passanti, un’incursione pressante e costante e precise palle corte per un pelo a sorvolare a rete sono pochissimi dei preziosismi di Alcaraz che l’hanno portato ad una vittoria così facile, di fronte ad un Griekspoor forse anche instabile mentalmente in quanto sconsolato dall’inefficacia di una qualsiasi delle soluzioni da lui scelte.

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