La crescita del talento brasiliano, tra prime volte e nuove sfide
Un anno fa Joao Fonseca si affacciava per la prima volta sul grande palcoscenico del Masters 1000 di Madrid, conquistando il suo primo successo nel circuito maggiore da wild card. Oggi, dodici mesi dopo, il giovane talento brasiliano torna sullo stesso campo, il Manolo Santana, con un ranking che lo vede ormai a un passo dalla top 60, e una consapevolezza in più: “Mi sto abituando a questo tipo di tornei e stadi”, ha dichiarato con orgoglio.
Nel suo match d’esordio di quest’anno, Fonseca ha superato in due set (6-2, 6-4) il qualificato danese Elmer Moller, reduce dalla vittoria in un torneo Challenger e da un buon percorso nelle qualificazioni. Un test non semplice, come ha ammesso lui stesso: “Era la mia prima volta allo stadio Manolo Santana, mi sentivo davvero bene ma ho iniziato un po’ più nervoso del solito. Sapevo che sarebbe stata una partita dura”.
Joao dropping in 👋™️
Brazilian superstar Fonseca races ahead in battle with Moller@MutuaMadridOpen | #MMOpen pic.twitter.com/0e8N6nrIa0
— ATP Tour (@atptour) April 24, 2025
L’importanza dell’esperienza e la strategia sul rosso
Fonseca, pur essendo ancora uno dei più giovani in tabellone, ha saputo far valere la sua esperienza sui grandi palcoscenici, una differenza sottile ma decisiva rispetto al suo avversario: “Oggi il giocatore più esperto in campo ero io. So che suona strano, ma avevo già provato la sensazione di giocare in stadi così grandi, mentre per lui era la prima volta”, ha spiegato.
Un elemento chiave nel suo gioco sulla terra battuta è l’uso sapiente della palla corta, un colpo su cui lavora con particolare attenzione: “Sulla terra i giocatori tendono a stare più indietro, cinque metri dalla linea di fondo. A me piace spingerli lontano con il dritto e poi sorprenderli con il dropshot, ma bisogna farlo al momento giusto”, ha raccontato.
Questa capacità di alternare potenza e finezza sta diventando una delle armi principali di Fonseca, che ha già dimostrato di sapersi adattare a superfici diverse e a rivali di ogni tipo.
Ora la sfida a Tommy Paul
Al secondo turno, il baby-campione affronterà un test ancora più impegnativo: la testa di serie numero 11, l’americano Tommy Paul, noto per il suo raro feeling con la terra rossa tra i tennisti statunitensi. Una sfida che Joao attende con il giusto mix di rispetto e ambizione: “So quanto gli piaccia giocare sulla terra. Mi sono già allenato con lui una volta, proprio qui a Madrid l’anno scorso. Non vedo l’ora di affrontarlo: mi concentrerò sull’allenamento e preparerò la strategia con il mio team”, ha assicurato.
Il percorso di Fonseca è ancora agli inizi, ma la determinazione e la crescita mostrata lasciano intravedere un futuro luminoso. Madrid potrebbe essere solo un’altra tappa di una scalata iniziata con umiltà, ma condotta con il talento di chi vuole lasciare il segno.