Il 2021 non è iniziato al meglio per Dominic Thiem, fresco talento del circuito ATP sembrava inizialmente un predestinato e la vittoria dello Us Open lo scorso settembre confermava tali impressioni. Proprio la conquista del primo Slam in carriera sembra però averlo gettato in un oblio dal quale fa fatica ad uscire, Dominic è precipitato dalla vetta che ha rincorso per tutta la vita ed ora non riesce a fermare la sua caduta libera.
““Quando insegui un obiettivo per tutta la vita e poi lo raggiungi, le cose non sono più le stesse. È normale, ma nel tennis va tutto molto di fretta e non puoi permetterti di rallentare. Non c’è tempo per metabolizzare una vittoria, se non sei al 100% perdi. Ed è esattamente quello che mi è successo nel 2021. Se fossi andato a Belgrado avrei perso al primo turno, infilandomi in una spirale ancora più negativa: meglio restare a casa”
Agli Australian Open ha perso agli ottavi contro Grigor Dimitrov , a Doha fuori ai quarti, a Dubai addirittura al secondo turno ed un infortunio non gli ha ancora permesso l’esordio sulla terra rossa. Come tanti ragazzi della sua età il tennista austriaco ha anche accusato l’effetto delle restrizioni da Covid che pare abbiano influito sul suo pessimo inizio di stagione. Dopo la grande rimonta contro Kyrgios in Australia “una delle migliori della mia vita, ma tanto sforzo non mi ha portato grossi benefici. Durante il match c’era un’atmosfera incredibile, poi è arrivato il coprifuoco.” , l’improvviso lockdown deciso dal governo australiano lo ha scombussolato. “All’improvviso mi sono trovato negli spogliatoi, sudato, e la stanza era vuota. Sembrava si fosse verificato un incidente nucleare. Due giorni dopo ho affrontato Dimitrov in uno stadio vuoto e con il caldo soffocante. Non sono stato in grado di gestire la situazione”.
Altri colleghi al contrario, sottolinea Thiem, hanno trovato modo di dedicarsi maggiormente al tennis proprio grazie alla privazione di tante libertà e distrazioni.
Tennisti come Daniel Evans e Alexander Bublik ad esempio “di solito fanno fatica, ma in questo modo sono costretti a pensare solo al tennis”
Lo sport senza pubblico non lo stimola né come giocatore, né come tifoso
“Non ho visto nemmeno le partite di Champions League (l’austriaco è un grande tifoso del Chelsea) o il torneo di Monte Carlo. Ho passato 15 anni della mia vita a caccia di un obiettivo, senza mai voltarmi. Una volta che l’ho ottenuto, alcune cose sono crollate. Anche nella mia vita privata sono cambiate delle cose: gli orizzonti si sono allargati, prima ero solo tennis e adesso vorrei cambiare”. Dunque anche le priorità nella vita privata pare abbiano frenato la sua voglia di diventare un campione, come se la vittoria a Flushing Meadow fosse stato più un punto di arrivo, piuttosto che un punto di partenza.