Dopo un ritorno inatteso e spettacolare al vertice del circuito mondiale, Novak Djokovic è di nuovo assalito dai dubbi, non soddisfatto del suo gioco e ancora incostante, quasi in preda a problemi esistenziali. Il prossimo obiettivo è certamente il Roland Garros del 2019, ma nel Master 1000 di Montecarlo il serbo ha mostrato un gioco intermittente come nella stagione 2017, alternando qualche risultato estremamente positivo e momenti in cui cede all’irascibilità e al nervosismo.
«Gli alti e bassi fanno parte del tennis, ma sento di soffrirne particolarmente negli ultimi tempi», ha ammesso Nole. «Invece, qui a Montecarlo come in ogni altro torneo, è importante riuscire a mantenere un livello di gioco costante, grazie al quale si può crescere in fiducia. Se non riesco a fare così, non potrò mai migliorare nel gioco e nei risultati».
Djokovic ha fatto riferimento anche al periodo di infortuni che lo ha tenuto distante dai campi, ma il tennis resta per lui soprattutto una questione mentale: «La competizione è fatta di pressione. Se non sono in grado di confrontarmi con questa, non potrò mai ambire alle vittorie che spero di ottenere nei tornei a venire».
Un fattore in più è anche il cambio di superficie: «Non è scontato l’abituarsi alla terra rossa, un superficie che richiede molta pazienza, sulla quale il punto va sempre costruito da zero».
Dal campo alla politica del tennis, perché l’attuale presidente del consiglio dei giocatori Atp ha detto la propria anche sulle nuove dinamiche del circuito: «Ci sono grandi riforme in atto, con nuove regole, eventi e possibile modifiche nel calendario. Tutto questo potrebbe avere un grande impatto sui giocatori».
Un giudizio prudente quanto l’attuale opinione su se stesso. Da parte del numero uno al mondo non vanno senz’altro sottovalutati.