Un nuovo inizio per Jannik Sinner
Il ritorno imminente di Jannik Sinner tiene col fiato sospeso gli appassionati di tennis e non solo. Dopo la sospensione che lo ha tenuto lontano dal circuito, cresce l’attesa per capire in che forma tornerà il numero uno al mondo. Secondo il professor Luca Bottazzi, ex professionista e oggi docente universitario, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano ha parlato di come il ritorno del campione altoatesino rappresenta un bivio fondamentale per la sua carriera: “Sinner non tornerà più come prima: o sarà molto più forte e rischierà di vincere Parigi, oppure rientrerà indebolito, più stonato, e avrà bisogno di tempo per ritrovare se stesso”. In ogni caso, la certezza è che non vedremo lo stesso tennista che aveva dominato nella prima parte della stagione.
I rivali che non ne hanno approfittato
La pausa di Sinner ha offerto un’occasione ghiotta per i suoi principali avversari, ma quasi nessuno è riuscito ad approfittarne davvero. Carlos Alcaraz, con i suoi quattro Slam già conquistati a soli 20 anni, resta l’eccezione, pur con qualche passaggio a vuoto dovuto alla giovane età. Bottazzi lo definisce un talento raro: “La cosa favolosa è che ha già vinto 4 Slam giocando un tennis a tutto campo, cosa insolita per un ragazzo così giovane”. In contrasto, giocatori più maturi come Zverev o Medvedev hanno dimostrato solidità, ma non la stoffa del fuoriclasse, lasciando intendere che il vero vuoto lasciato da Sinner sia ancora incolmato.
Un movimento in fermento
Il ritorno di Sinner si inserisce in un contesto molto più ampio: la crescita esponenziale del tennis italiano, in particolare al maschile. A trainare il movimento è proprio lui, diventato simbolo di una generazione di atleti in grado di portare il tricolore ai vertici mondiali. “La cosa eccezionale non è solo il numero di giocatori, ma la presenza di un numero uno al mondo. Jannik rischia di diventare il più grande sportivo italiano di sempre”, sottolinea Bottazzi.
Accanto a Sinner, nomi come Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini rappresentano speranze importanti. Musetti, con il suo talento cristallino, ha l’obiettivo di entrare stabilmente tra i primi dieci, mentre su Berrettini c’è più cautela: difficile vederlo nuovamente nella forma che lo portò in finale a Wimbledon nel 2021, ma un ritorno nella top 20 sembra alla portata.
I nuovi nomi: entusiasmo e cautela
L’Italia guarda anche ai volti nuovi, come Federico Cinà, giovanissimo talento che ha recentemente debuttato al Master 1000 di Miami contro Grigor Dimitrov. Nonostante l’entusiasmo mediatico, Bottazzi invita alla prudenza: “Cinà è sicuramente un ottimo tennista, ma non vedo un secondo Sinner”. La crescita del tennis italiano, insomma, non può essere appesa a ogni nuovo nome emergente, ma va osservata nel suo complesso, come un movimento costruito su solide basi e prospettive concrete.
L’Italia tennistica ha già vinto qualcosa di importante: una generazione capace di sognare in grande, di ispirarsi a un fuoriclasse che, nel bene o nel male, non tornerà mai più “come prima”.