“Mi gioco le mie carte”: la rinascita di Flavio Cobolli tra Bucarest e Montecarlo

Un inizio difficile, poi la svolta

Il 2024 era iniziato come un incubo per Flavio Cobolli: otto sconfitte nelle prime nove partite, un rientro da Miami in economy come auto-punizione dopo l’ennesimo k.o., e una fiducia ai minimi storici. Ma proprio da quel punto più basso è cominciata la risalita. Il giovane romano ha preso in mano il proprio destino, “facendo uno schema su un foglio, decidendo io cosa fare, con chi farlo e come farlo”, ha raccontato ai microfoni di Sky Sport. Una scelta consapevole che ha portato a una trasformazione visibile, prima nell’atteggiamento e poi nel gioco.

La consacrazione a Bucarest

La prima, grande soddisfazione è arrivata a Bucarest: primo titolo ATP in carriera. Una vittoria che non solo ha rotto il ghiaccio sul piano dei risultati, ma ha anche acceso una nuova luce nella mente di Cobolli. “La fiducia cambia tanto. Già dal primo allenamento di ieri sentivo di colpire la palla in modo differente”, ha dichiarato con entusiasmo, sottolineando quanto quel successo lo abbia spinto a credere di più in sé stesso.

Il percorso verso la vittoria non è stato semplice, ma il lavoro psicologico svolto nei giorni precedenti ha dato i suoi frutti. L’aver scelto di pianificare in autonomia la settimana di preparazione ha fatto emergere un giocatore diverso, più consapevole e determinato. Un cambiamento mentale, ancor prima che tecnico, che ha permesso a Flavio di lasciarsi alle spalle le incertezze.


 

L’exploit a Monte-Carlo

Nemmeno il tempo di festeggiare che Cobolli si è ritrovato catapultato nel prestigioso Masters 1000 di Monte-Carlo, dove ha subito lasciato il segno battendo in due set Dusan Lajovic, finalista dell’edizione 2019. Una prova di forza, ma anche di maturità: “Magari ho avuto qualche piccolo calo durante l’incontro, ma sono riuscito a chiudere in due set una partita che onestamente pensavo potesse essere più lunga e complicata”, ha spiegato con onestà.

Il romano ha sottolineato come lui e il suo team avessero lavorato nei giorni precedenti proprio su questo: “evitare di rilassarci e proseguire sulla strada intrapresa la scorsa settimana, sia come atteggiamento mentale, sia come tennis”. Una continuità che testimonia la solidità di un progetto che ora comincia a dare i propri frutti. Nella giornata odierna sarà impegnato con la testa di serie numero 12, Arthur Fils, in un match tutt’altro che banale.

Un equilibrio ritrovato

Il ritorno dopo l’infortunio non è stato immediato. Anche senza dolori, la testa continuava a suggerire dubbi. Ma ora, finalmente, Cobolli può dire di aver ritrovato il proprio equilibrio, anche fisico: “Facciamo gli scongiuri, ma adesso sto bene. All’inizio entri in campo un po’ condizionato, invece adesso mi sono lasciato alle spalle le incertezze e sono contento di come sto affrontando il mio percorso”.

L’obiettivo è chiaro: consolidare quanto di buono mostrato, cercando di trasferire in partita ciò che si costruisce in allenamento. “Mantenendo questo mood credo di poter raggiungere migliori risultati e di poterlo fare più in fretta”, ha detto con fiducia.

Un ragazzo che sogna in grande

A Monte-Carlo, Cobolli ha sentito il calore del pubblico italiano, presente in massa tra le tribune del Principato: “È bello vedere tanti italiani che sostengono i loro connazionali. Sono ovunque, ma qui in particolare ce ne sono tantissimi. È qualcosa di speciale”. Un supporto prezioso, in un momento in cui ogni dettaglio può fare la differenza.

Il romano non si nasconde. Sa che il tennis di oggi è un gioco d’equilibri, dove “non è più che il numero 20 non può perdere col numero 80, o che il 10 è al sicuro contro il 50”. E proprio in questo scenario incerto e affascinante, Flavio vuole essere protagonista: “Mi gioco le mie carte, faccio il possibile per mettere in difficoltà tutti. Anche se sei un big, per vincere una partita devi essere centrato al cento per cento”.

La strada è tracciata

Flavio Cobolli è passato dalla crisi alla rinascita in poche settimane. Un esempio di come la determinazione e l’autonomia possano cambiare il corso di una carriera. Dopo il titolo di Bucarest e il successo a Monte-Carlo, il romano ha ritrovato non solo il sorriso, ma anche una nuova identità da portare in campo. E ora, con la fiducia che cresce e il fisico che risponde, il futuro può davvero cominciare.

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