Novak Djokovic: “Non posso essere lo stesso giocatore del 2011”

Maturità. La carriera tennistica di qualsiasi giocatore o giocatrice è indissolubilmente legata a questo concetto, e Novak Djokovic non fa eccezione. Ormai già da qualche anno (2011), il n.1 del mondo domina il circuito, dimostrandoci ancora una volta che lo sole doti tecniche ed atletiche non bastano per diventare una stella di questo sport. Quanti tennisti (leggi Safin, Gulbis, Malisse etc.) non sono riusciti a fare il definitivo salto di qualità perché non mettevano la testa a posto? Durante la conferenza stampa del torneo di Cincinnati, il serbo ha rilasciato delle dichiarazioni molto interessanti al riguardo. “Non posso essere lo stesso giocatore del 2011 perché la mia vita è totalmente diversa. Come già sapete, il 2014 sia dal punto di vista professionale che personale è stato il mio anno preferito; dato che prima mi sono sposato e poi sono diventato per la prima volta padre.” A fine anno quanti titoli avrà messo in bacheca? Sotto l’aspetto del gioco potrebbe migliorarsi ancora rispetto al 2011 o l’ha già fatto? Molte di queste domande resteranno inevase, dato che il diretto interessato dichiara:”Non mi piace comparare le varie stagioni. Ogni anno fai un’esperienza diversa, affronti una sfida diversa. Le persone e i giocatori crescono.”

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Una parziale soluzione a questo intricatissimo ed intrigante rebus l’ha data un po’ di tempo fa qualcuno che è un “luminare” della materia, tale Roger Federer. “ Si perfeziona sempre più. Dopo aver vinto tante volte, come ha fatto fino ad adesso, nei vari tornei del Grande Slam; pone sempre più in risalto il suo nome. Dopo la scalata come numero 3, 2 e 1 si mantiene al top. Chiaramente verrà ricordato come uno dei più grandi. Dove arriverà? Non possiamo far altro che aspettare e osservare. Tuttavia sono sicuro che gli restano ancora tanti anni colmi di successi
Nella tarda serata italiana (ore 21.00) Djokovic sfiderà il 26enne francese Benoit Paire nel match valevole per gli ottavi di finale del torneo di Cincinnati. Da amanti di questo sport non ci resta che ricordargli rigorosamente a bassa voce due fatti: pochi giorni fa la sua striscia vincente di 30 partite consecutive è stata bruscamente interrotta da Andy Murray nella finale di Montreal; nei testa a testa con Marat Safin, il più “maudit” dei tennisti, è sotto 2-0. Adesso attendiamo l’ennesima reazione vincente, soprattutto nell’imminente US Open, per capire dove dobbiamo collocarlo nella classifica all-time di questa disciplina.

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