Dopo un brillante inizio di stagione, con la vittoria agli Australian Open ed ai due Master 1000 americani, Indian Wells e Miami, il numero uno del mondo, Novak Djokovic è pronto per conquistare l’unico Slam che ancora manca nella sua prestigiosa bacheca: il Roland Garros.
“Domenica 7 Giugno 2015, vincitore dell’Open di Francia, si prostra a terra, sul Philippe Chatrier. In lacrime. Sopraffatto dall’emozione. Novak Djokovic, il re indiscusso, trionfa ed alza al cielo il trofeo, sotto gli occhi di uno stadio gremito, colmando l’ultimo tassello vuoto del suo palmarès: 51 titoli vinti, tra cui 8 Slam e 22 Master 1000. Dopo due finali perse contro Rafael Nadal, il ‘King of Clay’ (2012 e 2014) e quattro semifinali (2007, 2008, 2011, 2013), è l’inizio di un regno senza fine…”, queste le parole che il serbo sogna di veder scritte sulle prime pagine dei quotidiani sportivi di tutto il mondo, il lunedì successivo.
L’appetito di Nole, alla vigilia della stagione su terra battuta, sembrerebbe aumentato a dismisura. La sua avanzata sembra inarrestabile, il suo livello di gioco, inavvicinabile. “Questo inizio di stagione non mi mette pressione su ciò che verrà, anzi, mi motiva ancora di più. Continuerò quello che sto facendo, con la stessa mentalità, la stessa routine di ogni giorno, perché è quello che mi ha portato ad essere ciò che sono (…). Spero di acquistare fiducia nei tornei che giocherò, per far sì che sia pronto in vista del Roland Garros”, ha confidato il serbo ai media dopo la sua “tripletta” Indian Wells-Miami, impresa riuscita solo a lui nella storia.
Felice ed ambizioso per il resto della stagione, il serbo ha potuto festeggiare anche il raggiungimento della sua 141esima settimana ai vertici della classifica ATP, eguagliando il record di permanenza di Rafael Nadal. Davanti a lui, solamente 5 uomini: John McEnroe (170), Jimmy Connors (268), Ivan Lendl (270), Pete Sampras (286) e l’eroe d’acciaio Roger Federer (302).
A 27 anni, il serbo sta dimostrando una totale padronanza del suo gioco. Anche lo scozzese Andy Murray, giustiziato a Miami, è costretto ad ammettere: “Serve bene, si muove eccezionalmente bene, colpisce con forza la palla sia di rovescio che dritto, è in ottima forma… Insomma, fa bene la maggior parte delle cose su un campo da tennis, ed è per questo che è il numero 1 al mondo.”
Amélie Mauresmo, l’allenatrice dello scozzese dallo scorso giugno, completa il quadro con un accenno alla sua “forza mentale”, elemento di primaria importanza nella psicologia di un tennista: “E’ in grado di alzare il suo livello di gioco, di concentrazione, di intensità nei momenti clou delle partite, anche quando non sta giocando un buon tennis.”
Il marchio del più forte, quella sensazione di dominio che lo aiuta a vincere nonostante momenti di debolezza o un punteggio scoraggiante, è l’arma vincente non solo contro gli avversari, ma in primis contro se stesso. Ed è una dimensione essenziale in uno sport come il tennis, dove i neuroni vanno in surriscaldamento nei momenti cruciali. Djokovic, che sostiene di conoscere i suoi limiti, si dice ora rilassato, ma anche consapevole della fragilità del suo status attuale. “Voglio godermi il fatto che sto giocando probabilmente il miglior tennis della mia vita; mi sento fiducioso fisicamente e mentalmente e voglio godermelo il più possibile, perché so che non durerà in eterno.”
Dopo qualche giorno di meritato riposo con la moglie e Stefan, il loro bimbo di 5 mesi, il serbo è tornato ad allenarsi a Montecarlo, nel principato, in vista dell’imminente torneo, il primo in assoluto della stagione europea su terra battuta. Dovrà quindi testare la sua forma, prima nel Masters 1000 di Monte-Carlo (12 aprile), poi Madrid (3 maggio) ed infine Roma (10 maggio) per confermare la sua assoluta superiorità nel circuito. E deve inoltre prepararsi ai grandi duelli con il padrone del Roland Garros, eliminato prematuramente al terzo turno a Miami che, dopo un inizio di stagione altalenante, come ogni anno, resuscita incredibilmente quando inizia a sentire il profumo della sua amata terra battuta.
Con la fiducia accumulata da gennaio (25 vittorie e solo 2 sconfitte), l’esperienza di dieci edizioni alle spalle, i preziosi consigli di Boris Becker e la nuova paternità, Novak Djokovic ha tutte le carte a disposizione per trasformare il suo sogno in realtà.