RAFA E LA GRANDE MURAGLIA – Rafael Nadal domenica ha visitato la Grande Muraglia per la prima volta nella sua vita. Anche se la Grande Muraglia non possiamo dire rifletta più la forza mentale dello spagnolo, ma invece la resilienza del 30enne di Manacor che ha detto di avere apprezzato molto il viaggio. L’ex n°1 del mondo ha sempre lottato con gli infortuni , quest’anno in particolare si è infortunato nel momento più delicato della stagione, dovendo rinunciare al Roland Garros e a Wimbledon per poi tornare per i Giochi Olimpici di Rio e agli US Open “E’ sempre complicato tornare bene. Se ti infortuni a fine stagione è un’altra cosa perché ci si ferma e si ha tempo per recuperare. È un nuovo anno, si comincia da zero ed è un po’ più facile tornare in forma. Avere infortuni a metà stagione rende le cose più complicate. Ma dovrei essere contento per come sono tornato dopo l’infortunio. Ho giocato una grande Olimpiade e un buon US Open. Ho perso una partita contro un ottimo giocatore in un match che potevo vincere. Dovrei essere contento. Ovviamente devo continuare a lavorare cercando di migliorare e di tornare al livello che avevo prima dell’infortunio. Cercherò di farlo”
PARTITE PIU’ CORTE? NON SE NE PARLA – La scorsa settimana si è dibattuto sull’eventualità di rendere più veloci le partite di tennis – si è parlato di set ai 4 games o di killer points , o terzo set col super tie-break – per raggiungere più fans, soprattutto giovani. Ma Nadal sembra non essere d’accordo. “Dipende tutto da ciò che si vuole. Se il loro intento è solamente quello di far colpire palle e non pensare molto, sì. Se si vuole invece che i punti siano più lunghi, siano costruiti, che è poi questo che attrae le persone, probabilmente è un errore. Ma io sono solo un giocatore e faccio ciò che le regole dicono. Non ricordo di aver mai giocato una partita di tennis in meno di un’ora. Credo che questo tipo di partite non siano nella memoria delle persone. Le partite che la gente ricorda, e che rimangono nella storia di questo sport, sono quelle lunghe, lottate, emozionanti e anche con problemi fisici. Non credo che la gente ricordi una partita con solo servizi vincenti, errori e scambi brevi. Non sono sicuro del fatto che gli appassionati vogliano questo. È chiaro che ogni sport cerchi di migliorare, di cambiare, ma secondo me non si dovrebbe cambiare il sistema punti, ma apportare modifiche per far si che il tennis sia interessante.”
Adesso Rafa spera di qualificarsi per le Atp Finals di Londra e per la prossima stagione. A Pechino è il secondo del seeding all’Atp 500 China Open. Interessante è che si trova nello stesso quarto di Lucas Pouille, come agli US Open. Nel primo turno affronterà Paolo Lorenzi, il 34enne italiano n°35 del mondo.