La rincorsa alla top-10
Lorenzo Musetti è vicino a un traguardo storico: con appena 15 punti ATP in più, potrebbe diventare il sesto italiano nella storia a entrare tra i primi dieci del ranking mondiale. Ma il vero obiettivo, per chi lo conosce da sempre come Simone Tartarini, suo allenatore fin da bambino, non è semplicemente un numero. È piuttosto una trasformazione completa: mentale, tecnica, tattica. Perché se è vero che Musetti ha sempre avuto un talento naturale tra i più brillanti del circuito, è altrettanto vero che la sua crescita passa per la capacità di gestire le emozioni e mantenere la lucidità nei momenti critici. In un’intervista a SuperTennis, Tartarini ha parlato del momento attuale del talento carrarino.
“Tutti sappiamo che i suoi picchi sono da top-10, anche top-5. Lo ha dimostrato battendo giocatori come Zverev, Fritz e De Minaur. Ma è quando le cose non funzionano che deve riuscire a rimanere agganciato alla partita”, spiega Tartarini. Il torneo di Montecarlo, in questo senso, ha rappresentato una svolta: pur partendo spesso male, Musetti è riuscito a rimanere mentalmente dentro ai match, mostrando una tenuta che in passato gli era spesso mancata.
Il nodo della continuità
Il grande tema della carriera di Musetti resta la continuità di rendimento, soprattutto nei tornei meno prestigiosi. “Non è un problema di presunzione. Anzi, a volte dovrebbe sentirsi più importante di quanto si senta. Semplicemente, nei tornei minori non trova la stessa sicurezza che prova nei grandi palcoscenici”, confida ancora il coach. È una questione di fiducia, quella stessa fiducia che sul centrale del Roland Garros o nei grandi Masters 1000 riesce a far emergere tutto il suo estro, ma che nei primi turni di tornei 250 spesso si dissolve.
Musetti deve quindi imparare a credere nel proprio tennis anche nelle giornate storte, a non cercare necessariamente la perfezione. Come sottolinea Tartarini, “deve imparare a sentirsi più sicuro anche quando non tutto funziona al meglio”. È un passaggio fondamentale per garantire prestazioni solide su tutte le superfici e contro qualsiasi avversario.
Lorenzo Musetti.
In the fading evening light of Monte-Carlo.
Stunning. pic.twitter.com/XCyMbjkBtg
— Rolex Monte-Carlo Masters (@ROLEXMCMASTERS) April 12, 2025
Il servizio e il cemento: le sfide tecniche
Dal punto di vista tecnico, gran parte del lavoro si concentra sul servizio, un colpo che Musetti ha rivisto durante l’ultima off-season. “Abbiamo modificato la biomeccanica perché il vecchio movimento gli dava problemi nel lancio di palla”, spiega il coach. L’obiettivo ora è ottenere più punti diretti con il servizio, soprattutto sul cemento, dove il gioco è più veloce e meno indulgente verso chi tende a indietreggiare.
Su questa superficie, infatti, la percentuale di vittorie di Musetti cala drasticamente rispetto alla terra o all’erba. Un dato che si spiega non solo con le caratteristiche tecniche del suo gioco, ma anche con un atteggiamento ancora troppo conservativo. “Spesso sul veloce si rifugia nella soluzione in kick, ma lì servirebbe più potenza e aggressività”, aggiunge Tartarini. La chiave è imparare a scegliere prima, ad essere subito propositivo nello scambio, ad accorciare i tempi di esecuzione e decisione.
Un gioco per tutte le superfici, ma serve coraggio
Il gioco di Musetti, elegante e ricco di varianti, è tra i più versatili del circuito. Sulla terra battuta, dove la costruzione del punto è più lenta e ragionata, ha sempre trovato terreno fertile. Ma anche sull’erba si sta adattando bene, grazie a una superficie che oggi permette scambi più lunghi rispetto al passato. È sul cemento che il talento di Carrara si trova ancora a dover colmare il gap: “Quando non si sente tranquillo, la prima cosa che fa è indietreggiare. Ma sui campi veloci questo non è permesso”, sottolinea il tecnico.
Per questo si sta lavorando anche dal punto di vista tattico, con l’obiettivo di farlo avvicinare di più alla linea di fondo, pur partendo da una posizione arretrata che lo mette a suo agio. L’idea è di tagliare maggiormente il campo, colpire la palla mentre sale, aumentare la pressione sugli avversari.
La vera partita è con sé stesso
Alla fine, tutto torna sempre lì: alla testa, alle emozioni, alla fiducia. Il tennis di Lorenzo Musetti è un capolavoro in divenire, fatto di sensibilità e coraggio. Ma perché diventi davvero competitivo ai massimi livelli in modo costante, deve imparare a fidarsi di sé stesso, ad accettare l’imperfezione e a combattere anche nei giorni più difficili.
Come dice Tartarini: “Un giocatore non matura da un giorno all’altro. Ma Lorenzo ha tutto per arrivare in alto. Se riesce a rimanere nella partita anche quando non è al meglio, può vincere molto di più”. La top-10 è vicina. Il vero salto, però, sarà quello mentale. E sarà quello decisivo.