I convenevoli durano poco, Tsitsi parte forte e attacca il servizio di Jannik già nel secondo game, ma il nostro si accende e salva, chiarendo che non vuole recitare il ruolo della vittima sacrificale. Nel quinto game passa un bel treno quando il greco va sotto 15/40 ma Jannik non riesce a saltare su, con qualche rimpianto sul 30/40, quando spara fuori una seconda di servizio abbordabile. E alla lunga, senza che una svolta ribalti l’inerzia del match, i nodi arrivano al pettine: Tstsipas trasforma la sesta palla break nel punto del 5-3 a va a servire per il set, dimostrando in pieno i motivi per cui ne ha vinti sedici set consecutivi. Un buon Sinner non è abbastanza per scalfire le sue sicurezze, serve qualcosa di più e oggi non c’è: 6-3 e tanti dubbi in testa.
Nel secondo set Jannik si rimbocca le maniche e ci prova, anche se dall’altra parte c’è un uomo maturo, ben diverso da quello battuto a Roma lo scorso anno: oggi magari nemmeno troppo frizzante e creativo ma solido, sicuro e con le idee chiarissime.
Nel quarto game, con grande caparbietà, Sinner prova a risalire il fiume contromano e si procaccia due palle break ma sbatte sul servizio di Stefanos che poi da vero campione trasforma quegli attimi di sofferenza pura in energia per strappare la battuta al nostro eroe.
Sul 4-2, 30/30 Jannik inventa una bella palla corta di dritto e poi scende a rete a chiudere il game, come a provare a scuotersi con un punto esclamativo (ma sempre sotto 4-3).
La verità è che non ci sono molte speranze, sembra che Tsitsipas abbia saldamente in mano il bandolo della matassa ma Sinner fa bene a stare lì in attesa di un eventuale calo. Nell’ottavo game Sinner sale 0/30 ma la qualità del servizio di Stefanos fa la differenza e siamo 5-3, con lo striscione del traguardo in vista.
La fiducia è ai minimi storici e Jannik perde ancora il servizio, per una sconfitta netta e meritata. Tsitsipas si giocherà la seconda finale consecutiva mentre Sinner si prenderà una settimana di pausa (diramata la notizia della rinuncia a Monaco) per allenarsi e rifiatare in vista del Master 1000 di Madrid. Oggi è stata una lezione – giustamente – indigesta, ma all’interno di un ottimo torneo: un altro mattoncino della cattedrale.