Zverev: “Lendl non deve essere troppo rigido con me”

Il giovane talento tedesco, al momento al secondo posto nel girone Kuerten delle ATP Finals, ha rivelato alcuni retroscena del suo rapporto con Ivan Lendl.

Da quando Juan Carlos Ferrero ha lasciato il team, Alexander Zverev è andato alla ricerca di un supercoach che potesse completare il ruolo ricoperto da sempre dal padre. Non essendo riuscito a realizzare il progetto con Boris Becker, Sasha ha deciso di affidarsi a colui che ha portato Andy Murray in cima al ranking mondiale, ovvero Lendl. Ad Ivan l’idea di far crescere un giovane di 21 anni è piaciuta, ma molti sono i dubbi che restano sul fatto che i due caratteri, così diversi, possano coesistere. Lendl, il rigido tecnico col pugno di ferro, ed il ragazzino un po’ anarchico, restio all’imposizione di regole ed impaziente di raggiungere il successo.

L’idea di Ivan Lendl quando entrò nella squadra di Zverev era quella di lavorare principalmente su due aspetti: il primo, il fisico; il secondo, quello mentale. Dalla scorsa estate il coach ha infatti imposto un piano di allenamenti improntato sull’aumento della massa muscolare, in modo che i 198 centimetri del giovane tedesco non inizino ad interessare le articolazioni. Questo, combinato con sessioni sul campo di quattro ore che richiedono sempre il massimo dell’impegno. L’altro punto cardine è il lavoro sui nervi, che devono essere molto più saldi, soprattutto nei match importanti (vedi gli Slam) e nei momenti più delicati delle partite.

Una frase che si sente spesso quando si parla di Zverev è: “ha solo bisogno di tempo”. Questo è vero, ma di quanto? Lui si difende, “A volte le persone dimenticano che ho 21 anni e ho ancora molta carriera davanti a me“, ha detto Sasha a Londra.

Il tedesco sento indubbiamente molta pressione intorno a sé. Sa bene che ogni minuto con Ivan conta e che deve sfruttarlo al meglio. “Speriamo che il suo effetto inizi a portare risultati visibili il prima possibile, ma è probabile che i benefici non arrivino fino alla prossima estate, cioè quando inizieranno a notarsi differenze nel mio gioco. Stiamo lavorando ininterrottamente. Facciamo le cose giuste e ci alleniamo molto, la cosa buona è che entrambi la pensiamo in modo simile. Vogliamo solo vincere, il resto, non ci importa molto“, ha aggiunto il tedesco.

Una delle domande rivoltegli in conferenza stampa a Londra in questi giorni, ha poi rivelato un retroscena curioso sul loro rapporto e sulla severità di Lendl. “Quando Ivan è arrivato, gli dissi che fosse stato troppo rigido con me circa le regole e le altre cose, il rapporto non avrebbe funzionato troppo. Credo che abbia capito molto rapidamente“, ha detto sorridendo.

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