Con l’avvento della nuova stagione, e di conseguenza del nuovo anno, una delle speranze più grandi del mondo del tennis, ma del mondo in generale, era che il Covid-19, il quale aveva tanto influito sulle ultime tre annate, non falsasse in alcun modo il 2023. Eppure dopo solo 4 giorni questa speranza svanisce drasticamente, con l’annuncio da parte degli Stati Uniti d’America del prolungamento dell’obbligo di essere vaccinati per entrare negli USA.
L’amministrazione per i trasporti statunitensi ha fatto sapere, tramite un comunicato, che fino al 10 Aprile 2023 per entrare in America bisognerà essere vaccinati con almeno due dosi contro il Covid-19, almeno che non si abbia un’esenzione. Questo limite è applicato però è applicato solamente per coloro che non sono cittadini americani.
Gli #USA hanno esteso l'obbligo della #vaccinazione per gli stranieri che vorranno entrare in #America fino al 10 Aprile 2023. Stando così le cose Novak #Djokovic non potrebbe disputare nuovamente il @BNPPARIBASOPEN e il @MiamiOpen https://t.co/gFIJHAEpA8
— Tennis Circus (@Tenniscircus) January 4, 2023
Sembra esser tornati improvvisamente indietro di 12 mesi, quando il circuito del tennis arrivava in Australia trascinandosi le polemiche legate al caso Novak Djokovic. Il serbo oltre agli Australian Open la scorsa stagione è stato costretto a saltare tutti i tornei disputati in America, tra cui 4 Master 1000 -Indian Wells, Miami, Cincinnati e il Canada Open- e gli Us Open.
Quest’anno sembrava invece che il fuoriclasse di Belgrado, e tutti gli altri tennisti non ancora vaccinati, non avessero limitazioni nel giocare tornei, vista la scelta di molti paesi di eliminare questo requisito da quelli obbligatori per entrare sul proprio suolo. Così però non sarà visto che a causa di questa estensione non potrà nuovamente giocare Indian Wells e Miami.
Gli Stati Uniti evidentemente non si sentono ancora pronti ad abbassare l’attenzione sul frangente Covid, a maggior ragione in questi mesi invernali, in cui gli scorsi anni il virus colpiva con maggiore frequenza. Dinanzi a questa scelta americana di una maggiore precauzione, decisione discutibile ma pienamente comprensibile, il mondo del tennis e il serbo non possono fare altro che prenderne atto. Dura lex, sed lex.