Grandissima Halep, Madrid è (di nuovo) tua

Una finale semplicemente incredibile. Finisce stasera un digiuno da titoli durato ben nove mesi per Simona Halep, che si conferma vincitrice al Mandatory di Madrid in una delle più belle finali dell'anno contro la francese Kiki Mladenovic. Vince in tre set sudatissimi la tennista rumena 7-5 6-7(5) 6-2.

Nove mesi. Tanto è il tempo durato per vedere di nuovo Simona Halep alzare un trofeo. Visto il digiuno di titoli e i tanti punti lasciati per strada in un 2017 non proprio da incorniciare, la detentrice del titolo non era esattamente tra le favorite. E invece, al termine di un percorso schiacciasassi e di una finale pazzesca contro Kiki Mladenovic, diventa la seconda tennista dopo Serena Williams a confermarsi campionessa a Madrid.

Dall’altra parte della rete  Kiki Mladenovic tira fuori una delle migliori prestazioni della carriera, condita da straordinari vincenti e grandi giocate ma che, come spesso accade in questi casi, si perde nei punti chiave e lascia per strada tante bricioline sfruttate alla grande dalla Halep, che alla fine alza meritatamente al cielo il trofeo.

Resta impressionante il gioco della francese, pur con un grande difetto: quello di passare da momenti di imperiale controllo a momenti di fragile black-out. Pur con una prestazione non eccelsa al servizio, Mladenovic compensa alla grande con la varietà degli schemi e con un rovescio lungo linea pazzesco per chiudere il punto.

Primo set – Dopo un inizio contratto, la Halep si trova ad inseguire una Mladenovic in pieno controllo dello scambio. Risale di carattere sul 2-2 ma per ogni singolo punto stasera bisogna sudare più di sette magliette. I game sono durissimi fin dall’inizio e sarà una costante per tutta la durata del match. Si arriva al 3-3, quando la francese piazza di nuovo il break. Nel mezzo,  dimostra un controllo impressionante dello scambio e l’unica arma per Halep sembra la risposta al servizio, perchè quando si va oltre la manciata di colpi si ritrova inutilmente a correre da una parte all’altra del campo. È però proprio la sua stessa sicurezza a mettere in difficoltà la francese. Bastano una serie di testarde smorzate sbagliate e un leggero calo al servizio per far risalire la Halep, che piazza 4 game consecutivi e chiude il primo set 7-5. Si fa però molto prima a scriverlo che a farlo. Il primo set si chiude dopo più di un’ora di gioco. Ogni scambio è duro e si perde presto il conto dei vincenti da una parte e dall’altra. Dalla sfida di nervi ne esce meglio una Halep molto più paziente, e per la Mladenovic rimangono come grosso rimpianto in questa finale proprio le possibilità avute e non sfruttate proprio nel primo set.

Secondo set – Il secondo set comincia sull’onda lunga del primo, con la Halep che va di nuovo avanti sul 2-0. Sente l’odore del sangue la rumena, perché la Mladenovic si tocca dolorante più volte la schiena a cavallo dei due set, ma non chiama il fisioterapista. Ma la partita non è affatto chiusa e con una grande prova di forza tennistica la francese risale e si invertono le parti. Stavolta è la Halep a cedere il vantaggio iniziale e si va al tie break, che sicuramente è il più bello del torneo, e forse è uno dei più belli dell’anno. Se lo prende la Mladenovic con le unghie, con i denti e soprattutto con tanto cuore. Almeno due i punti da rivedere un centinaio di volte.

Terzo set – Nel terzo set si combatte fino al 2-2, fino a quando non arriva il crollo della Mladenovic, che non ce la fa più fisicamente (siamo oltre le due ore e mezza di gioco) e ormai la Halep ha preso le misure del servizio e degli schemi della francese.

Impressionante la prova di forza della rumena. La francese infatti ha giocato veramente bene, ma la regolarità della Halep alla fine ha premiato nei momenti chiave. Il gioco della francese ha forse la eccessiva pretesa di farsi imperiale e pecca di troppo controllo. Per quanto impressionante e vario quando funziona, si alterna ancora troppo con errori banali.

Il risultato comunque fa contente entrambe. Con questa finale, la Mladenovic entra prepotentemente al numero 4 della Race, mentre la Halep conferma almeno il risultato dello scorso anno e non perde altri punti preziosi. Per quanto fatto vedere in settimana poi, soprattutto dal punto di vista fisico, dimostra buone prospettive per il resto della stagione.

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