Un’altra partita da archiviare subito quella andata in scena oggi sui campi francesi del Roland Garros, uno degli appuntamenti più importanti e ambiziosi del tennis mondiale. Camila Giorgi affrontava la testa di serie numero 21, Garbine Muguruza che senza troppi problemi accede al terzo turno rifilando un netto 6-1 6-4 all’italiana.
Film giá visto con l’azzurra, numero 37 del mondo che entra in campo con la solita confusione tattica commettendo numerosi errori gratuiti e qualche doppio fallo di troppo, permettendo alla spagnola di dominare il set per 6-1. La seconda frazione si apre sulla stessa riga della prima con la Muguruza che si porta subito avanti di due break salvo poi un blackout mentale che porta la Giorgi sul punteggio di 5-4, ma quando l’italiana va a servire, regala completamente il break conquistato chiudendo nella maniera peggiore un match che non l’ha vista mai entrare del tutto in partita.
Altra brutta sconfitta per l’italo-argentina che sulla terra battuta ha raccolto molto poco, solo un match vinto per lei contro la tedesca Maria in quattro tornei disputati. Ogni anno ci chiediamo dove possa arrivare questa tennista dal talento puro ma dall’organizzazione tattica molto incerta e spesso causa di match persi inspiegabilmente, in settimana il padre e allenatore Sergio Giorgi ha confermato ancora una volta le ambizioni del team e di sua figlia, puntando a una Top ten al momento molto improbabile.
Come sempre l’opinione pubblica é contraria a un allenatore molto carismatico ma poco paziente e intelligente tatticamente per dare quella marcia in più a un talento che si accende a sprazzi con poca continuitá, la sensazione é che con un allenatore con caratteristiche diverse, che sappia dare un’alternativa al gioco rischioso e a tutto braccio della Giorgi insegnandole anche qualche variazione tattica in campo, potrebbe sicuramente ambire alla posizione di classifica adatta al suo talento.
Sará un caso simile a quello dell’australiano Bernard Tomic? Probabilmente si, soltanto con il tempo capiremo se la disciplina ferrea puó da sola bastare nell’evoluzione di una tennista ancora molto fragile e con poca intelligenza tennistica.
Di M.De Michele