Agli Us Open una Serena Williams semplicemente mostruosa ha superato la russa Ekaterina Makarova con il punteggio di 6-1 6-3 in un’ora esatta. Serena ha letteralmente dominato la russa travolgendola con la forza dei suoi colpi durante gli scambi, riuscendo a comandare il gioco senza problemi nonostante il forte vento che soffiava nel grande Catino dell’Arthur Ashe Stadium.
Grazie a questa vittoria la Williams conquista la sua 80esima finale in carriera, la 22esima in un torneo del grande Slam e la terza consecutiva a New York (nel 2012 e nel 2013 si era imposta contro la bielorussa Victoria Azarenka). La Pantera domenica cercherà di conquistare il suo primo Slam dell’anno, il 18esimo in totale: altrettanti ne avevano conquistati Chris Evert e Martina Navratilova. Williams diventa anche la seconda tennista più anziana a raggiungere il turno finale di Flushing Meadows, dietro proprio alla grande Martina: ci riuscì nel 1991, alla veneranda età di 34 anni, perdendo poi da una diciottenne Monica Seles.
Pochi rimpianti, in fondo, per Ekaterina Makarova, la quale ha disputato il suo più bel torneo della carriera battendo tenniste del calibro di Victoria Azarenka e Eugénie Bouchard. La moscovita da lunedì prossimo eguaglierà il suo best ranking alla 15esima posizione.
Poco da dire sul match: la russa ha appena il tempo per tenere un turno di servizio prima di essere schiacciata dalla potenza della californiana: nonostante non sia impeccabile con la prima battuta (60%) piazza diversi vincenti con la seconda. 5 i suoi ace totali, uno dei quali raggiunge le 122 miglia orarie, appena due in meno del servizio più veloce del mondo messo a segno da Sabine Lisicki. Dopo aver agguantato il primo set in poco più di mezz’ora, nel secondo parziale suona la stessa musica, almeno fino al 4-0 per Serena. Qui Makarova riesce a tenere il servizio rimontando da 15-40. Tiene la battuta successiva a 30 e, sul 5 a 2, riesce a mettere a segno il primo break della partita grazie a un buon game dettato dalla disperazione, prima di subire il colpo di grazia.
Serena Williams si troverà di fronte la rediviva danese Caroline Wozniacki, a 5 anni esatti dall’altra finale Slam che aveva raggiunto nel 2009 perdendo dalla belga Kim Clijsters. Caroline, ex n. 1 del mondo, è già sicura di tornare in top-ten (9° posizione); se vincesse il torneo volerebbe fino in settima posizione scalzando la Bouchard. Era evidente da diverse settimane il ritorno della danese ai grandi livelli di un tempo, ma ben pochi avrebbero scommesso in un simile risultato. In questo torneo ‘Caro’ ha battuto tra le altre Andrea Petkovic, Maria Sharapova e Sara Errani (lasciandole un solo gioco), perendo due soli set complessivi.
La partita contro una Williams di questi livelli sembra proibitiva, anche se Wozniacki ha le armi (e soprattutto la tenuta fisica) per cercare di installare il dubbio nella mente granitica di Serena, cercando di farla giocare (e sbagliare) il più possibile.
Le due ex-primatiste mondiali si sono incontrate 9 volte in carriera: la ventiquattrenne danese era riuscita a imporsi in una sola occasione, nel 2012, a Miami, disputando senza dubbio il suo più bel match della stagione.
Questa volta, però, in palio c’è una finale Slam.