WTA Doha, Petra Kvitova è la regina

Non era la partita che ci si aspettava. Più che lecito vedere Petra Kvitova come favorita in questo atto finale, lei che quando arriva alle fasi finali diventa spesso una macchina da guerra, spietata e letale, ma era davvero difficile immaginare che Garbine Muguruza lasciasse il campo così in fretta e così male. A voler essere onesti, le quote davano come favorita proprio l’iberica, arrivata a Doha in forma smagliante e che aveva anche usufruito del ritiro di Victoria Azarenka in semifinale, potendo così avere un giorno di riposo. I primi minuti hanno illuso gli spettatori, con un equilibrio iniziale interessante, ma destinato a finire molto presto. Arrivato il primo break, Petra Kvitova ha preso tra i denti la preda e non l’ha lasciata andare per alcuna ragione al mondo, concedendole appena 3 game in un’ora e 7 minuti di gioco in totale.

Da una parte è sempre un piacere vedere Petra sollevare un trofeo, lei che in un circuito fatto di grandi personalità e spietate rivalità si è fatta largo a suon di vincenti e gentilezza, lei che per anni ha ricevuto il premio di atleta più amata dai fan e che sicuramente è uno dei migliori esempi da mostrare come modello ai giovani atleti, sia ragazzi che ragazze. D’altro canto però, questo ruolo da eterna perdente comincia a stare stretto a Garbine Muguruza, lei che ha perso anche la finale a inizio anno a Melbourne, contro Ashleigh Barty, e quella prima nel 2020, sempre a Melbourne, in tale occasione contro Sofia Kenin agli Australian Open. Garbine c’è, è tornata ad esprimere un tennis mostruoso ma manca il sigillo, il titolo di campionessa, che è l’unico in cui Garbine si senta davvero a suo agio. Poco da dire in merito alla finale e alle statistiche del match: nonostante le tante prime in campo, Muguruza ha ottenuto poco con la prima, ancora meno con la seconda, ma merito va dato alla risposta della ceca, un colpo che può cambiare le sorti di un incontro. Forse la conversione delle palle break avrebbe potuto raccontare una storia diversa, visto che la spagnola ne ha convertita solo una su 7, mentre Kvitova ben 5 su 9, dunque oltre la metà.

Che abbiano dunque inizio i festeggiamenti per Petra, salita così a quota 28 titoli WTA, lei che nel 2020 era rimasta a secco e in questo 2021 aveva suscitato dubbi e perplessità anche a causa di una condizione fisica precaria in Australia, forse complice nella sua eliminazione per mano di Sorana Cirstea agli Australian Open. La 30enne ceca è da anni una certezza ai vertici del ranking, ma forse non ha ancora dato tutto ciò che poteva, forse la speranza di sollevare un terzo trofeo dello Slam non è da abbandonare. Per quanto riguarda Muguruza, si può affermare con certezza che il tour ha ormai ritrovato da mesi una delle sue più brillanti interpreti, che sta si sta esprimendo già ora in modo eccellente ma che forse attende terra ed erba per tornare ad essere, finalmente, la migliore. Entrambe saranno al via settimana prossima a Dubai, con Kvitova al secondo turno grazie ad un bye e Muguruza impegnata già dal primo contro una qualificata.

 

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