Compie oggi 34 anni Dinara Safina, l’ex numero 1 del mondo capace di raggiungere la vetta del ranking senza mai trionfare in uno dei tornei del Grande Slam. Carriera e successi condivisi con il fratello, Marat così come anche i dolori alla schiena che hanno segnato la fine della loro esperienza da giocatori.
Le finali importanti le hanno sempre lasciato un retrogusto dolce-amaro, non solo nel circuito ma anche alle olimpiadi. A Pechino, infatti, si deve accontentare – si fa per dire – della medaglia d’argento cedendo il passo a Elena Dement’eva.
Dieci anni di carriera, dal 2001 al 2011, non senza alti e bassi e qualche polemica. Nel 2009 raggiunge la posizione numero 1 della classifica mondiale della WTA e il bis, l’anno successivo, glielo nega – a suo dire – proprio la Women Tennis Association “facendola retrocedere” fino al terzo posto.
La Russia, suo paese natale, però con lei è in buone mani. Nel 2005 è una delle tenniste che fa parte del team nazionale portato in trionfo in Fed Cup mentre a livello individuale è la seconda giocatrice della terra degli zar a raggiungere la vetta dopo Maria Sharapova.
Prova, forse più del fratello, a combattere i problemi alla schiena che sono i suoi compagni di viaggio durante gli ultimi anni di attività. Ma alla fine anche lei è costretta ad alzare bandiera bianca. Prima solo per qualche torneo poi per il definitivo addio all’attività agonistica.
Nel 2014 conclude la sua carriera da giocatrice ma la voglia di affrontare e vincere nuove sfide non le manca. Prima la laurea di giurisprudenza poi la spasmodica ricerca di un futuro nel mondo del tennis ma come allenatrice.
Mai nessuno ripensamento dal giorno dell’addio come raccontato dalla stessa Dinara Safina a “Behind The Racquet” – il format ideato da Noah Rubn – che però non rinuncia a qualche frecciatina verso un mondo del tennis forse troppo crudele: “Quando sei sulla cresta dell’onda tutti ti vogliono e ti cercano ma quando decidi di smettere spariscono come se non servissi più. Non potrei mai rientrare nel circuito come hanno fatto altre giocatrici“.
Idee chiare anche su futuro: “Considero seriamente l’opzione di diventare coach e per questo ho anche contattato la mia federazione. Volevo mettermi a disposizioni nella formazione delle nuove generazioni ma non ho mai avuto risposta. Un silenzio che mi ha fatto male ma ho capita che, in ogni ambito del vita, se si vuole essere felici bisogna contare solo sulle proprie forze“.
Di sicuro la determinazione non le manca anche se essere allenati da Dinara Safina non deve essere una cosa semplice: “Adesso mi rivolgo direttamente a giocatori e agenti. Un coach vorrebbe sempre il massimo dai suoi giocatori e mi sembra che adesso i tennisti non siano pronti a metter tutto quello che hanno in campo. Si pensa troppo alla vita privata e all’immagine”. Ma nel mirino ci sono anche alcuni allenatori: “A volte vogliono essere loro i protagonisti e questo non va bene“.
Al sito sport-express.ru però l’ex tennista confessa che alcuni aspetti della vita nel circuito le mancano: “A volte ho nostalgia dei viaggi, dell’esser sempre in movimento. Ma anche delle mie amiche anche se i social ci permettono di restare sempre in contatto“.
In attesa di trovare il progetto giusto, esclusivamente al femminile, Dinara Safina si dedica al running e si prepara alle maratone. Il modo migliore per mantenersi in forma. E allora, buon compleanno e in bocca al lupo Dinara!