Nel mondo del tennis siamo ormai abituati ai cambiamenti, basti pensare alle superfici da gioco, e tutta l’attrezzatura come le scarpe, sempre più tecnologiche, le racchette fatte di graphene, le palline precedentemente bianche, senza scordare la velocità d’azione, aumentata notevolmente anche a livello amatoriale, tutto ciò senza snaturare la disciplina sportiva, regole, doppi falli, serve&volley e palle break sono rimaste le stesse.
C’è una cosa che, a mio modesto parere, in questo processo di restyling fatto per rimanere al passo con i tempi, come avviene con tutti gli altri sport più seguiti, andrebbe presa in considerazione.
La Coppa Davis, la massima competizione tennistica a livello maschile, che da sempre si gioca al meglio dei 5 set, come del resto tutti gli Slam del circuito, sta subendo anch’essa una rivoluzione che verrà applicata presumibilmente a partire dall’edizione del 2020. Infatti, le finali verranno giocate su campo neutro, un po’ come avviene nel calcio in Champions League, e sarà presente il tie-break al quinto set decisivo.
E perché non giocare le partite al meglio di tre set? Un vantaggio in primo luogo per i giocatori, i quali non saranno più costretti a giocare battaglie lunghissime senza nemmeno un giorno di pausa, siccome la Davis si gioca tre giorni consecutivi. Questo scaturirebbe anche maggior interesse ed attenzione da parte del pubblico, siccome i match non durerebbero più di un paio di ore, quindi tennis più intenso e magari spettacolare.