Il mestiere del giudice di sedia non è indubbiamente il più semplice al mondo e, se da una parte presenta molti vantaggi, dall’altra ci sono una quantità di pressione e una soglia dell’attenzione da tenere sempre alta che stimolano molto dal punto di vista psicologico coloro che esercitano questa professione. Proprio per queste ragioni, sono davvero in pochi gli arbitri che possiedono il gold badge, vale a dire il riconoscimento più alto per questo ruolo, ed ancora meno quelli designati per dirigere una finale slam.
In questo articolo, andremo a scoprire chi sono stati i giudici di sedia che hanno arbitrato le finali slam degli ultimi anni, ma non solo…
AUSTRALIAN OPEN- Come da copione, iniziamo dall’Australian Open, il primo slam dell’anno e, un po’ a sorpresa, si può notare subito che è il major dove meno arbitri locali hanno arbitrato la finale. Negli ultimi tredici anni, infatti, l’unico australiano a salire sulla sedia in occasione di una finale è stato John Blom, che nel 2013 ha diretto Djokovic-Murray, terminata con la vittoria del serbo in quattro set. Tra i restanti giudici di sedia, guida la classifica delle apparizioni nelle finali a Melbourne il portoghese Carlos Ramos, che ne ha arbitrate ben quattro, peraltro con una distanza di undici anni tra la prima e l’ultima. Al secondo posto, troviamo a pari merito Pascal Maria e Jake Garner a quota tre: il francese, ritiratosi l’anno scorso, ha avuto il privilegio di arbitrare la finale del 2006, quando Federer battè Baghdatis, quella del 2009, che coincide con l’unica vittoria di Nadal, e quella del 2012, vale a dire l’incredibile match durato circa sei ore al quale hanno dato vita Djokovic e Nadal. Meno avvincenti, invece, le finali dirette da Garner, che ha assisitito due volte alla vittoria di Djokovic contro Murray, 2011 e 2015, ed al trionfo di Federer ai danni di Cilic quest’anno. Infine, seppur per lui fosse solamente la prima finale a Melbourne, sono state assegnate a James Keothavong le chiavi del seggiolone per l’incredibile finale tra Federer e Nadal del 2017, quando lo svizzero la spuntò al quinto set.
ROLAND GARROS- Passiamo dunque all’Open di Francia, dove il patriottismo regna sovrano in quanto, come si può evincere dalle statistiche, gli arbitri francesi sono quasi sempre i prescelti per arbitrare la finale. Per essere più precisi, è dal lontano 2001, senza contare gli anni precedenti in quanto ci riferiamo solamente ad arbitri ancora in attività o comunque che hanno da poco abbandonato questo mondo, che il giudice di sedia della finale del Roland Garros è di origine transalpina. L’unica eccezione risale al 2008 quando a dirigere l’ultimo atto del torneo, nell’anno in cui Nadal lasciò appena quattro giochi a Federer, fu Carlos Ramos. Per il resto, si sono alternati Cedric Mourier (5), ora Atp Supervisor, Pascal Maria (7), come già detto ritiratosi l’anno scorso, e Damien Dumusois (4), che ha arbitrato anche la finale di quest’anno, curiosamente trovando Nadal in campo solo per la seconda volta dato che nel 2015 e nel 2016 lo spagnolo non era presente.
WIMBLEDON- Arriviamo dunque a Wimbledon, lo slam londinese che ha luogo sui prati di Church Road, dove senza dubbio negli ultimi anni c’è stata un’incredibile varietà di arbitri presenti in finale che nessun altro major può vantare. Non a caso, nelle ultime dodici edizioni, solamente due giudici di sedia hanno diretto più di una finale: si tratta del britannico Keothavong, che pochi giorni fa ha arbitrato Djokovic-Anderson, portando ancora fortuna a Nole dopo la finale del 2014, quando seduto sul seggiolone c’era sempre lui, e dello statunitense Jake Garner, presente nel 2010 e nel 2016. I restanti giudici di sedia, infine, sono stati Carlos Ramos (2007), Pascal Maria (2008), Lars Graff (2009), anche lui ora Atp Supervisor, ma con il privilegio di aver arbitrato l’incredibile finale tra Federer e Roddick terminata 16-14 al quinto. In seguito, troviamo Carlos Bernardes (2011), lo spagnolo Molina attualmente Atp Supervisor (2012) e Mohamed Layhani (2013), che per il momento, lasciando di stucco molti appassionati, può vantare una sola finale a livello slam. Per terminare, in tempi più recenti, si sono seduti sulla sedia Ali Nili nel 2015 ed il francese Dumusois nel 2017.
US OPEN- Giungiamo dunque all’ultimo slam dell’anno, quello che si disputa a Flushing Meadows e dove il padrone di casa Jake Garner ha presidiato dal seggiolone l’atto conclusivo del torneo in ben sei occasioni, arbitrando tra le tante finali la clamorosa vittoria di Juan Martin Del Potro nel 2009. Successivamente, troviamo Carlos Bernardes, che ha diretto ben due finali, anche se un po’ datate, 2006 e 2008, quando il regno di Federer non riusciva ad essere interrotto. Infine, a quota 1, ci sono Molina (2005), l’onnipresente Ramos (2011) e Nili (2016). Menzione speciale per Eva Asderaki-Moore, prima e al momento unica donna a dirigere una finale a livello maschile, peraltro in maniera impeccabile, nel 2015, quando Djokovic sconfisse Federer.
ATP FINALS- Non è un major, ma è l’evento di fine anno che coinvolge i migliori otto tennisti della stagione, perciò merita senza dubbio di essere citato. Stiamo parlando ovviamente delle Atp Finals, che solo dall’anno scorso hanno assunto tale denominazione dato che prima erano riconosciute ufficialmente come Atp World Tour Finals e prima ancora, più precisamente fino al 2008, come Tennis Masters Cup. Differentemente dagli slam, questo evento è ormai casa di Mohamed Layhani, che può vantare ben quattro finali arbitrate, tra cui quella dell’anno scorso tra Dimitrov e Goffin. Molto presente anche Lars Graff, a quota 3, mentre sono saliti solamente una volta sul seggiolone Maria (2007), Steiner (2015) e Bernardes (2016). Nonostante le Finals siano oggettivamente meno importanti degli slam, per gli arbitri non è del tutto vero, infatti sono davvero pochi coloro che vengono selezionati per partecipare a questo evento e dunque una convocazione del genere può davvero essere considerata come un privilegio. In poche parole, ma con un pizzico di fantasia, le Finals possono essere definite la Nazionale dei giudici di sedia, dove solo ai migliori spetta un posto. Quello riportato di seguito, ad esempio, è un tweet del 2017 che comunica i soli quattro arbitri che saranno impiegati in quel di Londra. [embedcontent src=”twitter” url=”https://twitter.com/MichalSamulski/status/929023750875570182″]
GIOCHI OLIMPICI- Infine, chiudiamo questa lunga serie di tornei con i Giochi Olimpici che, come ben sappiamo, si disputano solamente ogni quattro anni perciò, anche in questo caso, venire designati per la finale è davvero un’esperienza unica. I tre giudici di sedia che hanno arbitrato la finale nelle ultime tre edizioni sono stati Jake Garner, nel 2008 a Pechino, Carlos Ramos nel 2012 a Londra e, più recentemente, Pascal Maria a Rio de Janeiro nel 2016. [fncvideo id=28979 autoplay=false]
TIRIAMO LE SOMME- Innanzitutto, il solo giudice di sedia capace di arbitrare almeno una finale in ogni slam è stato Carlos Ramos, il quale ha diretto “appena” sette finali ma è riuscito nell’impresa di essere, almeno per il momento, l’unico Umpire Golden Slam. Coloro che invece hanno arbitrato il maggior numero di finali a livello slam sono Pascal Maria e Jake Garner, entrambi con 11 finali all’attivo. L’arbitro francese detiene il record del maggior numero di finali dirette in un singolo slam (7, Roland Garros), ma non ha mai arbitrato una finale a Flushing Meadows. Tra quelli ancora in attività, invece, è senza dubbio Garner il più titolato e, attualmente, quello che può vantare il maggior numero di finali arbitrate in un major (6, Us Open). Le chances di superare Maria e diventare l’arbitro con più finali in totale dirette all’attivo non sono poche, ma per diventare Umpire Golden Slam sarà necessario arbitrare almeno una finale a Parigi, quindi bisognerà aspettare quantomeno un altro anno per vedere se ciò accadrà. Stazionano a quota 5 Mourier e Dumusois, mentre Bernardes e Keothavong sono fermi a tre finali arbitrate.
Infine, per quanto riguarda l’anno in corso, sono stati Garner, Dumusois e Keothavong (in quest’ordine) a dirigere le tre finali perciò risulta alquanto difficile ipotizzare che uno di questi tre possa sedersi sul seggiolone a Flushing Meadows. La doppietta slam nello stesso anno, infatti, non avviene dal 2009, quando Pascal Maria arbitrò le prime due finali dell’anno.
GLI ITALIANI- Purtroppo, nessun arbitro italiano ha mai arbitrato una finale a livello slam e, nonostante ci siano Gianluca Moscarella e Manuel Messina, anche se quest’ultimo è di San Marino, che sono Gold Badge, probabilmente sarà necessario attendere ancora un po’ per vederli eventualmente salire su quella tanto agognata sedia. Ciononostante, la storia ci insegna che non sempre bisogna arrivare ad arbitrare una finale slam per raggiungere il successo anzi, a dir la verità, una storia di questo tipo ce l’abbiamo proprio in casa nostra e corrisponde al nome di Romano Grillotti. L’ex arbitro milanese, infatti, pur avendo arbitrato migliaia di match, non ha mai diretto una finale slam, ma è stato comunque uno dei migliori giudici di sedia al mondo e, soprattutto grazie alla sua personalità, uno dei più amati. Perciò, noi ci auguriamo ovviamente che prima o poi un arbitro azzurro riesca ad arbitrare una finale di uno degli eventi sopracitati, ma se ciò non dovesse accadere, ce ne faremmo una ragione.
“Perché i protagonisti sono i tennisti in campo, ma anche chi siede sul seggiolone non è da sottovalutare”
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l’atp come assegna le finali in base al rendimento dell’arbitro?
COME FAI A DARMI WARNING PASCAL
veramente curioso che Layani, uno dei primi 5 arbitri al mondo, abbia una sola finale Slam e Ali Nili, ovvero l’incompetenza fatta persona, ne abbia un paio.