INTRODUZIONE
La pratica professionistica sportiva coinvolge inevitabilmente l’atleta a 360°, sotto l’aspetto tecnico, fisico e mentale: naturalmente un atleta di una qualunque disciplina deve innanzitutto padroneggiare la tecnica che presiede lo sport prescelto.
Deve essere altresì in grado di performare nell’arco temporale che varia in base all’attività sportiva svolta, e qui entra in gioco l’aspetto fisico/atletico in senso lato. Ma tecnica e condizione atletica non bastano di per sé a fare di uno sportivo competitivo, un vincente od addirittura il vincente.
Quello che molto spesso determina la differenza tra eccellenza e normalità è la forza mentale di un atleta, ossia molto semplicemente la sua capacità di allenarsi e competere al meglio delle proprie possibilità con l’obiettivo di migliorare nel tempo le proprie performance agonistiche.
Negli ultimi anni, consapevoli di quanto l’aspetto psicologico influenzi il rendimento di un atleta, si è affermata nel mondo dello sport sempre più prepotentemente una nuova figura professionale, quella del Mental Coach.
Il Mental Coach non sostituisce la classica figura dell’allenatore, ma lo affianca per curare quegli aspetti sportivi che vanno al di là dell’aspetto tecnico ed atletico. Lo sviluppo della consapevolezza, l’aspetto motivazionale, la ricerca del pieno potenziale di uno sportivo sono i nuovo ambiti di cui si occupa la disciplna del Mental Coaching.
Scopo ultimo è quello di ottenere un miglioramento complessivo dello stato mentale dell’atleta in ottica di gareggiare qualitativamente a livello superiore.
IL TENNIS
Lo sport dove probabilmente l’aspetto psicologico a detta di molti assume rilevanza straordinaria è il tennis. Per intenderci meglio, facciamo riferimento ai giocatori Top 100 del Ranking mondiale, ovvero l’elite di questo sport.
Ognuno di loro sa giocare a tennis da dio, ognuno col proprio stile di gioco si intende, e ognuno di loro è un atleta straordinario ma le differenze tra un tennista ed un altro spesso non dipendono solo dalle proprie capacità tecniche od atletiche.
A parità di altre condizioni, è ormai assodato come sia la testa a determinare lo sviluppo della carriera di un giocatore, in uno sport dove una semplice partita può durare ore, un singolo torneo fino 14 giorni, come nel caso degli Slam, mentre la stagione tipo di un tennista medio dura circa una quarantina di settimane, sempre in giro per il mondo come una trottola impazzita a giocare tornei.
E sono proprio i risvolti mentali legati al tennis e come influenzino il giocatore durante la sua stagione agonistica che prenderemo in esame nei prossimi articoli su tema. E naturalmente sottolineeremo l’importanza del Mental Coach quale indispensabile ausilio nell’affrontare al meglio la dura vita del tennista professionista.