Wta Briefing: Sloane Stephens, “Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli”

Mentre la Florida iniziava a prepararsi per fronteggiare l’uragano Irma, la tennista floridian Sloane Stephens si abbatteva su Madison Keys per scrivere il suo nome nella storia degli US Open. Un miracolo sportivo per la afroamericana che solo un mese fa si era ritrovata al 957° gradino del ranking Wta dopo gli undici mesi di stop successivi all’infortunio al piede.

IL SOGNO DI SLOANE – Questa notte avranno avuto modo di sorridere anche il 25% degli abitanti floridian evacuati in vista del passaggio dell’uragano Irma per il successo della loro conterranea Sloane Stephens, nata ventiquattro anni fa a Plantation, sole venti miglia a nord di Miami. Un successo che, senza troppi giri di parole, ha il sapore del miracolo sportivo per una tennista che appena un mese fa era scivolata al 957esimo posto del ranking Wta.

Nella finale tutta americana contro Madison Keys, la Stephens non ha lasciato scampo all’avversaria chiudendo una sfida fondamentalmente mai iniziata in appena sessantuno minuti di gioco. La tennista afroamericana, designata da anni come l’erede naturale delle sorelle Williams, ha dimostrato di essere una ragazza tenace, una lottatrice indomita, capace di risorgere dal più tetro e profondo dei baratri. Un successo inaspettato e impossibile da pronosticare fino a un paio di mesi fa: Sloane Stephens ritornava a Wimbledon dopo undici mesi di stop segnati anche da un intervento al piede destro. Quasi un anno ai box durante il quale si è data anche alle telecronache dei match, proprio come una ex tennista. Come ha affermato la stessa tennista statunitense, se qualcuno le avesse prospettato questo scenario dopo l’operazione al piede del 23 gennaio, non ci avrebbe mai creduto. E invece il sogno è diventato realtà, la realtà più dolce per Sloane Stephens, che da domani, grazie ai duemila punti conquistati con il trionfo newyorkese, salirà alla 17^ posizione del ranking Wta, chiudendo il cerchio alla sua incredibile scalata che le ha visto risalire 940 posizioni nel giro di cinque settimane.

Quinto titolo in carriera in altrettante finali per Sloane Stephens: gli altri successi sono arrivati a Washington, Auckland, Acapulco e Charleston.
Quinto titolo in carriera in altrettante finali per Sloane Stephens: gli altri successi sono arrivati a Washington, Auckland, Acapulco e Charleston.

LA SCALATA AL TITOLO – Dopo il primo periodo di rodaggio a Wimbledon e Washington, la tennista floridian non si è più fermata. Ha sorpreso tutti Sloane Stephens, raggiungendo prima le semifinali alla Rogers Cup piegando tra le altre la due volte campionessa di Wimbledon Petra Kvitova e la ex numero 1 del mondo Angelique Kerber, e poi quelle a Cincinnati che le hanno permesso il ritorno nella top 100 mondiale e quindi di presentarsi agli US Open come numero 83 del mondo. A New York, Sloane ha piegato in serie la finalista dell’edizione 2015 Roberta Vinci, poi la Maestra in carica Dominika Cibulkova, Ashleigh Barty, Julie Goerges, Anastasija Sevastova, l’eterna Venus Williams, fino alla finale di questa notte contro Madison Keys, con la cui vittoria è diventata la seconda tennista con la classifica più bassa a vincere uno Slam dopo Chris O’Neil che da numero 111 del mondo trionfò agli Australian Open del 1978.

Sloane, a indicare la mutevolezza degli equilibri nel circuito Wta nel corso di questi anni, è diventata anche la undicesima nuova campionessa negli ultimi 30 Major (serie cominciata nel 2010 a Parigi con il trionfo di Francesca Schiavone). La nuova regina statunitense è definitivamente tornata, più forte di prima, dimostrando che la vita può cambiare da un momento all’altro e, anche se questo momento dovesse dilatarsi per lunghi mesi di degenza e buio, non bisogna mai abbandonare la speranza, ma continuare a crederci. Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli.

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