Il 1978 fu un anno particolarmente fortunato, perché la Cecoslovacchia unì al titolo di Ivan Lendl quello della connazionale (oggi australiana) Hana Mandlikova (1962), giocatrice dotata di uno smisurato talento e di una notevole fragilità nervosa, che si distinse anche nel circuito maggiore, ottenendo degli importantissimi risultati: pur appartenendo alla generazione di Navratilova, Evert ed in parte Graf, riuscì comunque a vincere quattro prove del Grande Slam (AO nel 1980 e 1987, Roland Garros nel 1981 ed US Open del 1985), raggiungendo anche due finali a Wimbledon ed altre due a New York. Al suo attivo un totale di 27 titoli WTA ed un best ranking di numero 3. Nel 1979 il titolo andò all’americana Mary Lou Piatek, classe 1961 (poi diventata Daniels), la quale mise insieme una carriera dignitosa, con un best ranking di numero 31 e due titoli WTA conquistati in singolare (Richmond ’80 e Denver ’84) e 7 in doppio. La campionessa del 1980 era la giovanissima e talentuosa americana Susan Mascarin, sulla carta unautentica predestinata, che non riuscì però a mantenere le grandi promesse ed ottenere gli straordinari risultati che le venivano pronosticati: si limitò a raggiungere il 32esimo posto nella classifica mondiale WTA, nel primo anno di vera attività conquistando una sola finale di singolare ad Atlanta (persa con la Evert) e vincendo un titolo di doppio (Phoenix), portando per?avanti una carriera davvero modesta. Decisamente meglio andò la campionessa del mondo del 1981, la coloured Zina Garrison (1963), la quale conquistò una celeberrima finale a Wimbledon nel 1990, dove perse da Martina Navratilova, dopo aver battuto, una dopo l’altra, Monica Seles e Steffi Graf: Zina vanta anche altre semifinali Slam e la medaglia di bronzo ottenuta alle Olimpiadi di Seoul del 1988. Nel suo palmares 14 titoli in singolare, 20 in doppio e tre nel doppio misto in prove dello Slam (1 AO e 2 Wimbledon), con un best ranking di n?4 e vittorie su tutte le grandi della sua epoca, Graf, Seles, Evert, Navratilova e Mandlikova. Il 1982 propose ancora un’americana, Gretchen Rush (1964), poi diventata Magers, giocatrice piuttosto attiva e valida negli anni ’80/90, pur senza ottenere risultati straordinari: quarti di finale in tutti i tornei dello Slam, ad eccezione degli AO, 3 titoli in singolare (Auckland ’87, Schenectady ’88 e Mosca ’89) e 4 in doppio, con best ranking fissato ad un onorevolissimo 13mo posto. Anche la campionessa 1983, la bella francese Pascale Paradis (1964) ebbe una discreta carriera, ma nulla più fu, come massimo, n?20 WTA e riuscì a vincere solo una delle quattro finali disputate (quella di Kitzbuhel nel 1983) ed a raggiungere i quarti a Wimbledon, prima di ritirarsi relativamente giovane (e dedicarsi, fra l’altro, anche al triathlon). Anno d’oro fu il 1984 che vide assegnare il titolo ad una precocissima quattordicenne argentina che sarebbe diventata un’icona di un’intera generazione: parliamo naturalmente di Gabriela Sabatini (1970), la cui carriera non può comunque essere paragonata a quelle delle grandissime della sua epoca, pur essendo stata di altissimo profilo. Per lei un solo titolo Slam (US Open 1990, in finale su Steffi Graf) ed altre due finali, una a Wimbledon (1991, sconfitta per 8-6 al terzo dalla Graf, dopo una dura battaglia) ed un’altra agli US Open (sempre sconfitta dalla solita Graf, nel 1988, anno del Grande Slam della tedesca); nel suo carniere in totale 27 titoli, fra i quali ben 4 a Roma, ed un best ranking di n?3.
Il 1985 fu l’anno dell’Italia poiché al trionfo in campo maschile di Claudio Pistolesi, rispose tra le donne la milanese Laura Garrone (1967), attuale commentatrice per Sky e protagonista di una carriera pi?che dignitosa che le ha permesso di conquistare la 32esima posizione del ranking WTA e di vincere 5 titoli di doppio. Il 1986 fu la volta dell’argentina Patricia Tarabini (1968), al massimo n?29 in singolare, con 3 finali perse, 15 titoli in doppio (giocava spesso anche con la nostra Sandra Cecchini), un successo in doppio misto al Roland Garros (1996) col connazionale Javier Frana e il bronzo olimpico nel doppio ad Atene 2004, in coppia con la specialista Paola Suarez. L’ex sovietica (bielorussa) Natasha Zvereva (1971), campionessa 1987, nonostante un carattere notoriamente fragile, ebbe una carriera di tutto rispetto, raggiungendo il quinto posto in singolare e giocando una tremenda finale al Roland Garros, persa in un poco più di mezz’ora da una micidiale Graf (6-0 6-0 nel 1988): nel suo carniere anche 4 titoli WTA, su ben 19 finali disputate, ed un’infinità di ottimi piazzamenti. Nel doppio fu un’autentica specialista, arrivando al primo posto mondiale e portando a casa ben 80 titoli, spesso in coppia con l’americana di Portorico Gigi Fernandez: addirittura 18 gli Slam conquistati!! Decisamente meno fortunata la carriera della campionessa 1988, la bella argentina Cristina Tessi (1972), la quale arrivò al n?70 del mondo prima di ritirarsi a soli 23 anni per una serie di gravi problemi fisici. Passiamo ancora in Argentina, incontrando la campionessa mondiale del 1989, la mancina Florencia Labat (1971), che in un’onesta carriera conclusa una decina di anni fa, raggiunse il 26? posto mondiale e disputò 4 finali WTA (tutte perse). Concludiamo ricordando una giocatrice capace di entrare, sia pure per breve tempo, fra le prime 10 del mondo: la vincitrice del 1990, la slovacca Karina Habsudova (1973), conquistò un titolo WTA (Linz, 1997) in singolare e sei in doppio e fu finalista in altri quattro eventi. Per lei vittorie su giocatrici del livello di Hingis, Arantxa Sanchez, Pierce, Martinez.