Dopo aver assistito all’ennesima cavalcata trionfale di Novak Djokovic, a seguito del 126esimo Master 1000 conquistato nel corrente anno solare, molti appassionati si sono interrogati sulle possibili sorti del tennis moderno, in relazione ad un’egemonia la cui epilogazione sembra assai lungi dal suo compimento. Numerosi feticisti della minuta sfera gialla, assistendo alle disarmanti dimostrazioni di forza dell’implacabile serbo, cominciano ad avvertire un sempre più diffuso senso di disagio, quasi di inadeguatezza, nella maggior parte dei casi di autentica repulsione. Proprio nel momento di massima rassegnazione della collettività tennistica, però, giungono le confortanti dichiarazioni di intenti del numero 1 del mondo, esplicitate nel corso di un’intervista rilasciata al settimanale serbo “Idemo Ajde Sfacimm”. Nole, stuzzicato dall’intervistatore circa la sua volontà di estendere l’attuale dominio anche al prossimo triennio agonistico, ha smentito seccamente le proprie mire dittatoriali, annunciando l’inaspettata, quanto clamorosa, volontà di allontanarsi progressivamente dal circuito, per dedicarsi a progetti altrettanto ambiziosi. Sazietà? Appagamento? Presagi di un incombente declino? Queste alcune delle possibili motivazioni alla base del clamoroso proposito.
Grazie alla nostra fittissima rete di informatori siamo venuti a conoscenza dei prossimi progetti lavorativi del serbo, privi di alcuna attinenza col mondo della racchetta, ma accomunati dalla medesima bramosia di successo.
Andiamo quindi a scandagliare le prime due opzioni professionali valutate dal serbo per i prossimi anni, offerte in esclusiva agli adorati lettori di Tennis Circus in virtù della nostra missione principale: offrire un affidabile servizio pubblico ai fruitori del più autorevole sito tennistico d’Italia (a proposito, il 28 Ottobre scadono i termini per pagarci il canone, dopodichè scatta la sovrattassa.)
CINEMA
Novak ha sempre sfoderato un istrionismo e un’attitudine attoriale ben poco praticate nel cloroformizzato circuito ATP. Il versatile belgradese, specie durante i primi anni di carriera, si è distinto per il proprio talento imitativo, mettendo scherzosamente alla berlina molti colleghi, oltre ad aver inscenato veri e propri sketch comici durante i match di esibizione o nel corso di sessioni di allenamento aperte al pubblico. Una dote innata quella del serbo, alimentata dalla sua inesauribile passione per il cinema. Novak, coadiuvato da un’equipe composta dai più autorevoli cineasti slavi (Emir Kusturica, Srdan Dragojevic e i fratelli Vanzinovic) sta preparando la sua opera prima che, stando alle prime indiscrezioni, dovrebbe essere presentata al prossimo Festival di Cannes. Seguendo le sommarie anticipazioni ricavate dal web la trama dovrebbe essere la seguente: Il film narrerà l’epopea di un uomo di origini tedesche, passato nel breve volgere di poche stagioni dai fasti e lo sfarzo di una prestigiosa carriera sportiva alla più totale indigenza, a causa dei suoi ingestibili vizi (gioco d’azzardo, alcolismo, sfruttamento della prosituzione e improbabili tinture per capelli.) Quando la fine per questo ominide sembra ormai prossima, egli viene miracolato da un’entità divina, la quale gli offrirà la possibilità di riscattarsi agli occhi del mondo, proponendogli di fare l’allenatore fantoccio del più forte giocatore della storia del tennis. In lizza per il ruolo di protagonista ci sono Ewan McGregor, Fabio de Luigi e Maryl Streep.
IPPICA
Oltre al cinema un’altra grande passione di Djokovic sono i cavalli (non a caso due dei suoi migliori amici nel circuito sono Sam Querrey e Carla Suarez-Navarro). Durante l’infanzia Nole, prima di dedicarsi unicamente al tennis, praticò con successo l’equitazione. Nel corso di una delle sue frequenti gite in Italia Nole è rimasto irrimediabilmente affascinato dallo storico Palio di Siena. Dopo aver assistito al palio dell’Assunta dello scorso Agosto, Novak si è subito messo in contatto con gli organizzatori della competizione equestre senese, manifestando con forza la volontà di parteciparvi quanto prima. La contrada del Nicchio e quella dalla Tartuca sono state le prime ad offrire un posto in squadra a Djokovic. Il serbo, pur lusingato da tali attenzioni, ha declinato l’offerta, in considerazione del fatto che, per una questione affettiva ed identitaria non poteva che scegliere di gareggiare per la contrada a lui più affine: la Lupa. Sia Nole che la contrada bianconera, infatti, sono uniti da un’atavica ed incrollabile maledizione: così come il serbo è ruscito a vincere tutto tranne il Roland Garros anche la Lupa può vantare un Karma altrettanto nefasto, essendo la contrada gravata dal maggior numero di anni intercorsi dall’ultima vittoria, risalente al 1989. Un binomio di avversità che potrebbe dar vita ad una delle accoppiate più vincenti della storia del Palio, sempre che Nadal o Wawrinka non decidano di fare un’improvvisata in terra senese.