Novak Djokovic entra nella sala stampa degli Internazionali BNL d’Italia, fresco di vittoria a Madrid, alla vigilia del suo esordio al secondo turno contro Denis Shapovalov:
“Vincere Madrid è stato molto importante per avere di nuovo fiducia nei miei mezzi, con il Roland Garros dietro l’angolo. Dopo aver vinto gli Australian Open ho faticato a ritrovare mio massimo livello. La vittoria con Dominic Thiem in semifinale mi ha dato molta carica e anche in finale ho fatto una grande performance. Ora arrivo a Roma con sensazioni positive. Al French Open cercherò di dare il meglio: si sa, è lo Slam in cui si ha meno tempo per allenarsi, a differenza degli Australian Open, che consentono alcune settimane di preparazione. Voglio arrivare a Parigi con buone sensazioni”.
Djokovic poi ha avuto un lungo confronto, non privo di un po’ di tensione, con il giornalista del New York Times Ben Rothenberg, che gli ha fatto domande sulla scelta del prossimo presidente dell’ATP dopo Chris Kermode, in contrasto con il Consiglio dei giocatori, capitanato proprio dal serbo. Il nome più gettonato del Consiglio era quello di Justin Gimelstob, che però era stato condannato per aggressione nei confronti di un amico dell’ex moglie, subendo le critiche del mondo del tennis (ora infatti rischia di perdere anche la sua attuale posizione nel Board ATP). “Credo che i media abbiano presentato la vicenda in modo irrispettoso e non giusto nei confronti miei e del Consiglio. Io ne sono il presidente, è vero, ma sono dieci giocatori che ne fanno parte. La maggioranza decide, io sono uno dei dieci. Certo, sono fiero di esserne a capo, ma quello che dovete capire è che io non posso decidere per tutti. Ora ci saranno le presentazioni di sei candidati, e poi vedremo”.
Dopo Federer, anche Djokovic è stato interrogato (da Ubaldo Scanagatta) sulla scelta della Fit di raddoppiare i prezzi della sessione diurna di domani 15 maggio dopo l’annuncio della partecipazione dello svizzero: “È la prima volta che sento ciò. Non so, sicuramente il suo è il nome più grande di tutti, quello che ha vinto di più in assoluto, pur non avendo mai trionfato a Roma. È un’icona nel mondo e quindi, da un lato, posso capire questa scelta. Voglio dire, non mi sento offeso, così come credo né Rafa o altri giocatori. Se porta più biglietti e quindi più introiti al torneo, bene per tutti, altrimenti peccato”.
Il n. 1 serbo conclude con parole di apprezzamento verso Matteo Berrettini: “Non lo ho visto giocare spesso, ma so che ha fatto molto bene negli ultimi 15, 12 mesi. È un ragazzo molto alto e forte, un ottimo servizio e si muove bene per la sua altezza. Qui a Roma ovviamente ha tutto il sostegno del pubblico e non ha nulla da perdere. Zverev, dall’altra parte, avrà anche subito la tensione per le aspettative che si hanno di lui, come su tutti i top-player”.