E’ un Horacio Zeballos a dir poco raggiante quello che si presenta, in esclusiva interplanetaria, ai prestigiosi microfoni di Tennis Circus. Fresco reduce dalla vittoria su Gianluca Mager, nei quarti di finale del Challenger di Mestre, l’argentino ripercorre le tappe fondamentali della propria carriera, tra cui il recente e burrascoso successo su Verdasco a Miami, oltre alla memorabile vittoria su Rafa Nadal a Vina del Mar. L’ex numero 39 del mondo ha poi analizzato la prossima sfida di Coppa Davis tra Italia Argentina, non sottraendosi a temi caldi come i controlli antidoping e la parità di trattamento economico tra uomini e donne.
Horacio, ottimo match quello disputato contro il nostro Mager. Hai imposto i tuoi ritmi fin dall’inizio, controllando la partita fino al tuo unico passaggio a vuoto nel secondo set, quando sotto per 4-2 hai infilato un parziale di quattro giochi consecutivi che ti ha consegnato la vittoria. Quali sono le tue impressioni a caldo?
Si, sono molto soddisfatto della mia prestazione. Sapevo di affrontare un giovane talentuoso che mi avrebbe messo alla prova, ma nell’ultimo periodo sto ritrovando sempre più fiducia nei miei colpi. Nel primo set ho espresso il mio miglior tennis, mentre nel secondo Mager è cresciuto di livello mettendomi in difficoltà. Sotto di un break sono riuscito a ritrovare le sensazioni positive del primo set, realizzando il parziale che mi ha permesso di chiudere in due set.
Questo torneo ti sta aiutando a trovare la condizione ideale in vista del Roland Garros, qual è il tuo stato di forma a pochi giorni dall’esordio a Parigi?
Mi sento davvero bene. Il Challenger di Mestre mi ha permesso di rifinire la mia condizione, anche grazie a match piuttosto duri ed impegnativi. Sento di essere vicino al mio apice qualitativo, sto ritrovando fiducia ed autostima, elementi che mi aiuteranno molto a Parigi.
Quest’anno sei stato protagonista di uno degli incontri più spettacolari del 2016, quando a Miami hai battuto Verdasco 7-6 al terzo set, al termine di un incontro gravido di emozioni. In conferenza stampa lo spagnolo polemizzò a distanza con te, lamentando presunte scorrettezze nei suoi confronti. Nelle settimane successive avete avuto modo di parlarvi e chiarire l’accaduto?
No, dopo quel match non ci siamo più incrociati. Rivedendo i video delle ultime fasi del match sono giunto alla conclusione che il suo nervosismo fosse dettato più dalla frustrazione per aver perso una sfida in cui aveva avuto molte più occasioni di me. Escludo che possa avercela avuta col sottoscritto quindi, anche perchè non ritengo di aver commesso alcuna scorrettezza nei suoi confronti.
Il 15 Luglio Italia ed Argentina si sfidano nei quarti di Coppa Davis, come vedi questo incontro anche alla luce del probabile rientro nel team argentino di Del Potro?
Si, so che Juan Martin vuole essere presente a tutti i costi, ora vedremo se il capitano deciderà di convocarlo o meno. Del Potro è un giocatore fondamentale per noi, per questo spero che nei prossimi due mesi possa ritornare al 100% e darci una mano a conquistare la semifinale. L’italia sulla terra rossa è una delle squadre più ostiche da affrontare, sono certo che ci sarà di che divertirsi. Ricordo la sfida di due anni fa a Mar del Plata, quando in compagnia di Eduardo Schwank affrontai nel doppio Bolelli e Fognini, una delle migliori coppie contro cui abbia mai giocato.
Nel 2013 sei diventato un tennista di culto per molti appassionati grazie al memorbile successo su Rafa Nadal nella finale del torneo di Vina del Mar. A distanza di tre anni da quell’impresa ti capita ancora di ripensare a quel match pazzesco?
Certo che mi capita di ripensarci. In quell’occasione giocai il miglior tennis della mia vita, aggiudicandomi il primo torneo ATP. Quel successo è reso ancor più indelebile dalla portata del mio avversario, una delle leggende del tennis, otre che il miglior giocatore della storia sulla terra rossa. Ricorderò quel successo e quel torneo per il resto della mia vita.
Hai uno dei miglior rovesci del circuito, sei un grande agonista, ha capacità di tocco e potenza. Cosa ti ha impedito di occupare stabilmente un posto tra i top 30?
Più che da un problema tecnico, credo di essere stato condizionato da problematiche di tipo mentale. Ultimamente sto lavorando molto sotto questo aspetto, per questo sono convinto di poter eguagliare e migliorare il mio best ranking (nr 39).
Nelle ultime settimane si è molto parlato della parità di trattamento economico tra uomini e donne. Qual è il tuo punto di vista in merito?
Trovo corretto che le donne guadagnino tanto quanto gli uomini. Le donne hanno intrapreso una meritoria battaglia negli ultimi per far si che venissero equiparati ai loro colleghi, senza contare che ormai il mondo professionistico è sovvenzionato da sempre più sponsor. Ci sono abbastanza soldi per tutti dunque, per questo mi schiero a favore della parità di trattamento.
Altro tema scottante che ciclicamente torna d’attualità è quello dell’antidoping. C’è chi sostiene che andrebbero intensificati i controlli, tu cosa ne pensi?
Si, credo che si debba monitorare maggiormente i giocatori. Magari non in tutti i tornei, ma è doveroso che i giocatori vengano sottoposti a maggiori controlli. Se l’ITF deciderà di intensificarli non potrò che esserne felice, è fondamentale che tutti i professionisti abbiano la garanzia di competere ad armi pari.