Buon compleanno Fabio Fognini, l’eterno ragazzo

Oggi Fabio spegne 29 candeline. Altri, a tale età, potrebbero portare l'effigie del veterano, ma non lui ... lui - Fabio - è e rimane eternamente giovane.

Tanti auguri a Fabio Fognini!

Il ligure, nativo di Sanremo e cresciuto ad Arma di Taggia, spegne oggi 29 candeline. Per alcuni saranno un po’ troppe; tuttavia  il tennis odierno parla chiaro: l’età è un numero e nulla di più …

Quando mi è stato ricordato che “Fogna” si avvicina alla trentina, sono rimasto – devo ammettere – sorpreso. Sarà la mia attitudine caratteriale, ma una persona è quello che comunica a pelle, quello che rappresenta al di là dei numeri e dell’ aspetto.

Fabio è, in un certo senso, l’ eterna giovinezza. L’età chiederebbe più titoli, forse più risultati – soprattutto dopo lo splendido 2013, il fabulous July – visto il talento mostruoso che lo contraddistingue.

Giovane perché? Non tanto e non solo per l’ attitudine istrionica che, a quanto si dice, sfodera soltanto in campo; non solo per la schizofrenica discontinuità di rendimento, ma anche per il suo tennis.

Insomma, è tutto Fabio ad essere frizzante e giovane, il suo braccio e le sue imprecazioni. Chi ha avuto modo di vederlo giocare dal vivo, ricorderà quanto unico sia il suo “accarezzare” la pallina, la spettacolare velocità di braccio che gli consente dritti poderosi anche senza l’ aiuto del corpo.

Analizzare la sua carriera, analizzare il suo momento di forma attuale, non ha alcun senso. Non appena si tenta di ingabbiare Fogna, eccolo che fugge qualsiasi schema. E’ assolutamente imprevedibile e inutile arrischiare un pronostico per l’ andamento della sua stagione: ci può stupire e si può essere delusi nell’ arco di un’ inezia.

Giocatore di raro talento e prezioso tocco, Fabio – qui non c’è alcun rischio – non sta attraversando forse il suo miglior momento di forma, o perlomeno potrebbe fare molto di più. Consci delle premesse sopra citate, ci limitiamo a dire che Fognini – rispetto al 2013 e 2014 – sembra meno brillante fisicamente, più lento in uscita dal servizio, poco vicino alla riga di fondo.

Da ogni caos scomposto – qual è Fognini -, una stella danzante può essere generata. Anzi, solo Fognini sa generare certe stelle danzanti: ovviamente si auspica il salto evolutivo da tanti preconizzato e voluto, quel salto a livello mentale che lo ha portato a ridosso della top ten, e che lo potrebbe tutt’ora portarlo là sopra.

Ma quel che conta è che, nel circuito, ci siano ancora giocatori in grado di signoreggiare in quanto a stile, a “tennis”. Si possono criticare i vari Dolgopolov, Paire, Dimitrov e compagnia, si può dire finché si vuole che non hanno la testa, che il loro talento è sprecato ma … come immaginare il tennis senza queste variabili pazze? 

Una volta ritirato Federer, il tennis difficilmente troverà atleti icasticamente così importanti; atleti che hanno dato così tanto a questo sport in quanto a notorietà. Il carisma – che molto serve a collazionare pubblico – non si coltiva, è un dono. Gli esteti e gli enfant terrible della racchetta – e Fogna con i suoi 29 anni non fa eccezione – divertono ancora, e questo è quello che conta. Fogna ha carisma perché rischia, sorprende, spezza, fa parlare di sé nel bene e nel male, divide sempre il pubblico.

Fognini è uno di quegli atleti cangianti che coloriscono lo sport: il suo gioco è un affronto alla monotonia, è la garanzia di un approccio obliquo al tennis, è – nei confronti della pallina – un’ inesauribile miniera di possibilità di colpi.

Tradizionalmente, il suo gioco tende al contrattacco: solido da fondo campo, se in giornata può combinare di tutto. Il problema e il nodo gordiano è ovviamente la testa: è vero che è difficile tenere a bada un simile talento, ma Fognini sembra diventare letargico non appena la testa perde – anche solo un briciolo – di convinzione. Lì, rispetto ad altri giocatori, la caduta diventa vertiginosa. Insomma, basta un minimo di sfiducia e la frittata è fatta.

Mentre altri giocatori, quando non sono in giornata, riescono a limitare i danni, Fogna sembra non avere alcun velo sopra i suoi abissi, e quando la giornata gira male la prestazione è da buttare … salvo sporadici colpi di genio ( che riescono, ironia della sorte, a far dimenticare il resto della partita ). Il che è un vero peccato, ma in fondo, chi se ne importa!

Dimentichiamo ora tutte le critiche, auguriamo al nostro luminare nazionale di trovare al meglio il suo tennis, e di continuare a farci divertire …

Buon compleanno Fabio!

 

 

 

 

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