Ricerca e servizio domiciliare nel ricordo di Federico Luzzi

Nel 2009 è nata l’AIL di Arezzo intitolata a Federico Luzzi lo sfortunato tennista aretino portato via a soli 28 anni da una leucemia fulminante. Abbiamo raccolto la testimonianza di Giuseppe Compare, volontario dell’AIL, che ci ha raccontato la sua esperienza in giro per l’Italia in nome della ricerca e nel ricordo di Federico.

Giuseppe Compare era un giovane tifoso appassionato di tennis quando nel 2008 Federico Luzzi giocava le sue ultime partite perse per un’improvvisa stanchezza che nascondeva l’avanzare subdolo della malattia che lo ha ucciso a soli 28 anni il 25 ottobre di quello stesso anno.

 

Non ho conosciuto Federico di persona perché purtroppo avevamo oltre 10 anni di differenza mentre lui giocava nei pressi del mio paese (Margherita di Savoia) nei challenger di Trani e Barletta… .

Tennista particolare, con un carattere molto forte ma molto carismatico, ricordo che gli spalti si riempivano ed il tifo era da stadio.

All’epoca seguivo online tutti i tennisti italiani, dal numero uno alla seconda categoria, perché ero appassionato di statistiche e mi incuriosiva il circuito italiano.”

 

Racconta Giuseppe per il quale la scomparsa di Federico ha avuto un significato molto forte e particolare. Il tennista azzurro cinque giorni prima della scomparsa era sceso in campo per un match con il TC Parioli ma si ritirò dopo un solo 15 a causa di un forte mal di testa.

 

“Ad un certo punto, ricordo bene quel giorno dove vidi tra i tanti risultati di Serie A, la sconfitta di Federico 0-15 rit. e solo qualche giorno dopo arrivò la notizia. La domenica in campo e venerdì pomeriggio non c’era più.

Ero in auto con i miei genitori, in una buia e fredda sera di ottobre quando sentiamo in radio la notizia “muore a soli 28 anni Federico Luzzi a causa di una leucemia fulminante” poi non ho sentito nient’altro, non mi sembrava vero… È stato sconvolgente, oltre che per la scomparsa, anche per aver sentito il nome di quella maledetta malattia. Si perché diversi mesi prima avevano diagnosticato una leucemia a mio zio, che in quel periodo lottava contro di essa… . Nei mesi successivi purtroppo anche lui non ce l’ha fatta e nello stesso periodo ho iniziato a sentire di associazioni per la ricerca contro le leucemie e poco dopo anche della nascita della FedeLux. ”

 

Giuseppe avvicinandosi alla FedeLux ( associazione nata in ricordo di Luzzi qualche mese dopo la sua morte) conosce e stringe amicizia con la mamma di Federico, Paola Cesaroni e dal quel giorno per lui inizia una nuova avventura come volontario AIL.

 

“Il 26 aprile 2009 mi trovo per caso a Roma con i miei genitori, erano appena iniziati gli Internazionali di Tennis. C’era un evento incredibile, si chiamava “Insieme per Federico” dove nel vecchio centrale del Foro vanno in campo Federer, Djokovic, Murray, Feliciano Lopez, Fognini, Starace, Bolelli e Seppi per un’ esibizione di lusso.

Prima volta in un torneo così prestigioso, con tennisti così importanti, un’esperienza sensazionale! Sentii che scattò una scintilla che avrebbe portato tante cose belle…

Subito dopo contattai Paola, la mamma di Federico, tramite Facebook. Volevo organizzare qualcosa di simile (in proporzione) qui nel mio paese… .

Così nel Circolo Tennis di Margherita di Savoia il 16 agosto 2009  ci fu un’esibizione con Francesco Aldi e Tomas Tenconi che in quella settimana giocavano il challenger di Trani a pochi km dal mio paese. Era presente anche uno stand con articoli Fedelux e tantissime cose inviate da tennisti per contribuire alla causa, tra i tanti Federer, Fognini ed altri… E conosco di persona per la prima volta Paola, dopo mesi di messaggi in chat, era sorpresa da come un timido ragazzo di 17 anni avesse potuto ideare e realizzare (in collaborazione) qualcosa del genere.

Da allora siamo rimasti sempre in contatto, scambiandoci consigli per la gestione del sito e delle pagine e profili facebook

Negli anni successivi immancabile era la presenza dello stand Fedelux agli Internazionali di Tennis dove Paola mi ha presentato a tanti amici suoi e di Federico.”

 

La FedeLux ha raccolto negli anni numerosi fondi grazie anche al coinvolgimento di tanti tennisti amici e colleghi di Federico.

 

Gli anni sono volati e nonostante il sopraggiungere degli impegni c’è sempre tempo per la Fedelux (adesso inglobata in Ail Arezzo Federico Luzzi Onlus) quest’anno è stato l’anno del ritorno al Foro Italico dopo due anni, il mio 11° anno… 

Tra i tantissimi tennisti che hanno dedicato qualche minuto del loro tempo con me ci sono stati Federer, Nadal, Djokovic, Murray, Fognini, Berrettini, Zverev, Del Potro, Shapovalov, Thiem, Auger-Aliassime, Cilic, i gemelli Bryan, Musetti, Sinner, Flavia Pennetta, Sara Errani, Volandri, Simona Halep, Struff, Dolgopolov, Troicki, tanti anni fa anche Roddick, Baghdatis… Ne dimentico sicuramente alcuni “

 

La FedeLux oggi vive all’interno dell’AIL Arezzo Federico Luzzi che si occupa della ricerca contro le leucemie e della quale fu mentore il luminare e compianto professor Franco Mandelli.

 

“È importante ricordare Federico e lo ricordiamo non solo durante l’anniversario ma anche quando vediamo all’opera il servizio domiciliare medico finanziato anche grazie ai ricavi di questi articoli venduti online, quando vediamo la sezione Ail Arezzo intitolata a lui, quando sentiamo parlare di Ricerca contro la Leucemia…

Per finire, mi metto nei panni di Paola, di Francesca (sorella di Federico) sicuramente in questo periodo salirà la malinconia di ciò che è stato e sarebbe potuto essere, la cosa bella sarà vedere post, foto, aneddoti, articoli ed altro per ricordare Federico, ovunque.

È vero che molti di noi non l’hanno conosciuto di persona, ma ci manca! “

 

 

Ma cosa significa essere un volontario AIL? E cosa ha portato nelle vita di Giuseppe l’incontro con Paola Cesaroni?

 

“Sono felice di aver conosciuto tante persone in questi anni e soprattutto Paola (e famiglia) con cui mi sento spesso, ci scambiamo consigli ed opinioni su qualsiasi cosa, quando passano dalla Puglia non possono evitare di passare da casa nostra e viceversa noi da loro ad Arezzo.

Ho dormito nella cameretta di Federico, ho visto più volte tutti i suoi cimeli sportivi, i ricordi tennistici e tante foto di eventi in sua memoria… Mi sento parte della sua famiglia.

Pensandoci bene mi reputo fortunato di aver fatto queste esperienze qui, il tutto da volontario, senza aver avuto un euro in cambio ma ampiamente ripagato in esperienza, affetto, conoscenze e maturità.”

 

Ringrazio Giuseppe Compare per la sua testimonianza e la sua disponibilità

 

Federico Luzzi

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