Negli anni si è preso molti appellativi spiacevoli, su tutti quello di ‘Perdych’, e non solo: spesso lo si identifica come un tennista perdente, senza obiettivi e poco coraggioso nei momenti clou. Eppure questo ragazzo ceco, perdendo, è riuscito a diventare numero quattro del mondo.
La faccia dopo il doppio fallo di ieri sera, che ha consegnato l’accesso in semifinale a Roger Federer, la dice lunga: ho perso ancora, sul più bello, come sempre. Berdych, è stato un disastro nei momenti migliori del suo percorso, vuoi per sfortuna o per mancanza di fiducia, ma definirlo perdente è da ingrati: ha avuto davanti a sè la miglior generazione della storia del tennis – quella dei Fab Four – e, a prescindere, un tennista in grado di arrivare tra i primi cinque giocatori del mondo non può essere un tennista perdente.
Fatte le doverose considerazioni, balza subito agli occhi il maggior numero di finali perse rispetto ai titoli vinti: 17 contro 13. Oltre alle sconfitte in giovane età a Bastad, Halle e Bombay, periodo in cui ha vinto a 20 anni un Masters 1000 a Parigi-Bercy, sono emblematiche le sue sconfitte a Wimbledon e a Madrid del 2010 e 2012: in una, ha subito una dura sconfitta da un Rafa Nadal che dominò quell’edizione, nell’altra ha sprecato l’occasione non capitalizzando due match point e perdendo in tre set da Roger Federer in una partita molto equilibrata.
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‘Carpe diem‘ non è un motto che si addice a Tomas Berdych, perchè è stato in grado di perdere una finale a Winston-Salem nel 2012 per 9-7 al tie-break del terzo set, dopo una maratona al fotofinish contro John Isner. Raramente è riuscito a portare a casa un titolo dopo aver vinto un set in maniera convincente: è avvenuto a Dubai tre anni fa contro Federer, a Marsiglia contro Tsonga, addirittura ad Estoril contro Carlos Berlocq, dopo aver vinto 6-0 il primo set. Roba da non credere. E’ capitato anche a Rotterdam (torneo vinto in precedenza) due anni fa dopo essersi portato a casa il primo set contro Wawrinka, e a Monte Carlo contro Djokovic, dominando il secondo set e portandosi sul 2-0 nel terzo.
Tomas Berdych non è un perdente. Tomas Berdych ha vinto 13 titoli in carriera ed è entrato fra i primi cinque giocatori del mondo. E’ semplicemente troppo spesso sotto pressione, probabilmente per via della sua personalità calma, o percepisce troppo emotivamente l’aura di superiorità dell’avversario. Commette spesso l’errore di pensare: “lui è più forte, io perderò”. Non puoi permetterti, in un gioco come il tennis, di pensare nemmeno per un secondo una cosa del genere. Berdych l’ha fatto troppo spesso. Berdych, non Perdych.