In un momento storico in cui il tennis sta tornando ad avere un discreto interesse mediatico, il documentario “Una squadra” racconta degli anni in cui il tennis era sulla bocca di tutti. Oggi, con i vari exploit di Sinner, Berrettini e dei tanti giovani promettenti, lo sport della racchetta è sempre più popolare, tuttavia negli anni settanta vi era una squadra probabilmente ancora più seguita e tifata. Si tratta della squadra di Coppa Davis composta da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli.
La docuserie ad opera di Domenico Procacci svela le gesta, i retroscena, gli intrighi politici e la vita privata dei quattro moschettieri, utilizzando direttamente la voce dei protagonisti per narrare ogni avvenimento. Il documentario è suddiviso in 6 puntate da circa 40 minuti ciascuna ed è attualmente visibile su Sky Documentaries e On-Demand.
Il racconto inizia nel 1976 quando l’Italia si qualificò per la finale di Coppa Davis da disputare a Santiago, contro il Cile: erano gli anni di piombo in Italia mentre in Cile vi era la dittatura di Pinochet. Vengono illustrati i risvolti politici, che sotto certi aspetti ricordano la situazione attuale con il conflitto russo-ucraino, e di come il governo scelse di non decidere se consentire o meno alla squadra di andare in Sud America, lasciando alla Federtennis la decisione. In questo scenario inizia la narrazione dei diretti protagonisti, incluso il capitano dell’epoca Nicola Pietrangeli, tra risate e ricordi.
Uno degli aspetti che rende questa pellicola di alto livello è la presenza di innumerevoli video dell’epoca, che spaziano dai match con le indimenticabili telecronache di Giampiero Galeazzi alle interviste dei protagonisti a bordocampo o in alcuni programmi televisivi. Questa metodica ricerca per fornire immagini di valore, unita al racconto senza “peli sulla lingua” dei personaggi principali, rende il film estremamente accattivante sia per chi in quegli anni ci ha vissuto, per rievocare vecchi ricordi, ma soprattutto per i più giovani che hanno la possibilità di essere catapultati nella realtà dell’epoca comprendendo la magnitudo delle imprese dei tennisti azzurri.
Sono inoltre trattate le dinamiche di squadra e i caratteri individuali dei giocatori con un intreccio accattivante tra i commenti dei vari atleti: emerge la grande amicizia e affinità dentro e fuori dal campo tra Adriano Panatta e Paolo Bertolucci; si descrive che non sempre erano in sintonia con Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli, soprattutto al di fuori del rettangolo di gioco, ma di come questo non abbia mai fatto venir meno il rispetto reciproco e l’attaccamento verso la maglia azzurra. Con interviste dell’epoca e commenti di oggi si delinea anche la rivalità tra Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli e di come ognuno si ritenga migliore dell’altro portando a varie divergenze nel corso degli anni.
Nel corso dei sei episodi vengono anche raccontate le sconfitte nelle finali di Coppa Davis, come ognuno dei quattro componenti sia nato tennisticamente ed una serie di aneddoti che rendono la pellicola davvero coinvolgente. Su tutti si ricorda quanto raccontato da Tonino Zugarelli che al termine di una partita persa contro la Spagna, in cui Panatta andò tra il pubblico picchiando un tifoso, insultò una persona c venuta a redarguire la squadra negli spogliatoi: quel signore era il console!
L’unica nota negativa del documentario da un punto di vista di cronaca storica è rappresentata da una presentazione degli eventi spesso in ordine cronologico confuso, che non sempre permette di comprendere quale avvenimento sia accaduto prima degli altri. Tuttavia questo appunto nulla toglie allo straordinario lavoro che il regista è riuscito a compiere unendo con maestria i filmati d’epoca con la voce dei protagonisti che raccontano dopo oltre 40 anni, come se fossero seduti a tavola, tutti gli aneddoti della loro gioventù.
Per gli appasionanti di tennis e non è un documentario assolutamente imperdibile!