Henri Leconte: “I ragazzi della Next Gen devono credere di poter battere Federer e Nadal”

Intervista all'ex tennista francese che parla di Next Gen e di come i ragazzi debbano credere in loro stessi per riuscire a battere Nadal e Federer

Henri Leconte è stato finalista al Roland Garros e numero cinque al mondo, famoso per i suoi comportamenti eclettici in campo e l’estro nel gioco, è attualmente commentatore di Eurosport Francia ed è pronto a commentare il torneo parigino dando un occhio alle nuove generazioni.

Cosa ne pensi della decisione di Federer di saltare nuovamente la stagione su terra?

“Penso sia la decisione giusta, sa di aver troppe difficoltà a vincere quel torneo e si prepara bene per Wimbledon a cui tiene maggiormente.”

Nadal Roma

Nadal è ovviamente il favorito numero uno, secondo te chi può esser il suo avversario diretto?

“Direi lui stesso (dice ridendo). Quest’anno, potrei sbagliarmi, ma non essendo più così giovane potrebbe far più fatica. Se vediamo il suo gioco cerca di accorciare di più lo scambio, il che lo porta a commettere qualche errore di più, ma è comunque il favorito numero uno.”

Vedi qualche sorpresa e qualche favorito ad arrivar lontano nei due tornei?

“Chi sarà in grado di accettare mentalmente la sfida con Rafa potrà aver qualche possibilità ma è difficile dirlo perché su terra tutti lo temono. Nadal ovviamente arriverà lontano, poi spero qualcuno della Next Gen. Tra le donne mi piace molto la Pliskova e spero nella nostra portacolori Caroline Garcia, ma in campo femminile tutto è più aperto.”

djokovic-monte-carlo-2018-monday

Djokovic sta migliorando, come lo vedi ora che sta recuperando il suo vecchio team?

“La cosa più complicata per lui è a livello mentale, quando sei stato numero uno per tanto tempo e hai vinto 12 slam non è facile trovarsi in questa situazione, al momento ancora non credo si stia divertendo in campo, deve cercare di ritrovare quella condizione. Prima mentalmente era fortissimo, al momento gli manca ancora qualcosa. Penso che abbia aspettato troppo ad operarsi, guardate cosa è successo a Murray, ad un certo punto poi il dolore ti condiziona, ora sta cercando di recuperare il tutto.”

Dimitrov ha chiuso l’anno 2017 in crescendo ma quest’anno fatica ad ingranare, cosa gli manca?

“Mi piacerebbe lavorare con lui, a Londra ha ottenuto il suo massimo, ora deve migliorare qualcosa, cercare di esser lui a dettare il ritmo in campo.”

Come mai non sei mai rientrato nel tennis come allenatore?

“Perché ancora non ho trovato uno pazzo come me (ride). Scherzi a parte, dovrebbe esser disposto a lavorare molto duramente, vengo dalla scuola di  Ion Tiriac e Gunter Bresnik, spesso dico ciò che uno non vuole sentirsi dire e non è facile accettarlo.”

Visto che hai tirato fuori l’argomento, parliamo di giocatori pazzi, ti rivedi un po’ in Fognini?

“Adoro Fabio! Ma mi rivedo più in Shapovalov. Fabio quando è determinato può sconfiggere chiunque, il suo limite è l’aspetto mentale, potrebbe esser stabilmente un Top 15.”

shapovalov-zverev

Tra i Next Gen chi pensi abbia più possibilità di diventare numero 1 o futuro vincitore Slam?

“Siam fortunati ad avere una generazione di talenti come Thiem, Coric, Zverev, Shapovalov, forse l’austriaco ha più esperienza mentre Zverev ha giocato bene su terra, deve solo migliorare negli Slam dove finora è uscito troppo presto. Ribadisco che mi rivedo in Shapovalov, mancino che si va a prendere tutti i punti, ha molto potenziale, tutti però devono migliorare li vedo ancora acerbi per vincere uno Slam. Per battere gente come Federer e Nadal devi esser più concreto, devi credere di poter vincere, allora avranno più possibilità e riusciranno a gestire la pressione di uno Slam. Devi aver rispetto, ma quando scendi in campo devi perderlo, intendo in modo sportivo. Vi faccio un esempio, Becker aveva  sempre vinto Wimbledon, ma se mi fossi dimostrato troppo riverente, non sarei riuscito a batterlo a Parigi nell’88. Il loro problema è mentale, il tennis lo hanno ma devono credere di poterli battere.”

Quello che sembra succedere a Zverev, che nei Master 1000 rende bene, battendo anche Federer  e Djokovic ma negli Slam non ha lo stesso rendimento.

“Ha molta pressione, tutti lo vedono come il nuovo Becker, nel senso del giocatore che può ridare lustro alla Germania, probabilmente nei Master sente meno questo peso e rende di più, è il numero 3 ed ha già dimostrato di poter battere i mostri sacri, deve solo far quel gradino in più a livello mentale.”

Nel 1988 hai giocato una finale a Parigi contro Wilander, cosa ti ricordi di quella finale e cosa cambieresti?

“Probabilmente  cambierei il risultato! Scherzi a parte non puoi cambiare nulla, anche se ho perso mi resta comunque un bel ricordo. Ricordo di aver giocato molto bene il primo set, ma poi son crollato mentalmente, ogni volta che torno a Parigi ricordo quella partita e quelle due splendide settimane.”

 

 

 

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