Che qualcosa non funzioni nell’organizzazione degli eventi da parte dell’associazione dei tennisti professionisti è oramai da tempo sotto gli occhi di tutti: un crescente malcontento si è fatto spazio sempre più in profondità fra molti tennisti, alcuni dei quali anche di prim’ordine, tennisti che hanno espresso a più riprese la loro disapprovazione in merito ad una programmazione divenuta apparentemente insostenibile, a causa del crescente numero di eventi, la cui scansione si sussegue senza interruzioni lungo una stagione sempre più lunga e faticosa.
Il risultato? Un numero di infortuni, più o meno gravi, che cresce di anno in anno e che vede coinvolti sempre più tennisti, sorbendo l’indesiderabile effetto di ridurre la competitività e l’appeal degli eventi stessi. Djokovic, Murray, Wawrinka, Nishikori, Nadal, Berdych, Del Potro, Kyrgios, Tsonga, una lista che va allungandosi sempre di più e vede coinvolti molti top player, che hanno dovuto affrontare nelle ultime stagioni numerosissimi infortuni, causa anche della sollecitazione fisica determinata da una programmazione particolarmente fitta e dai conseguenti regimi di allenamento serrati. Molte sono state le manifestazioni di malcontento, provenienti da giocatori dotati spesso di ottima visibilità (l’ultima quella di Nadal, che si è dichiarato perplesso circa i troppi infortuni durante la stagione nella conferenza stampa che ha seguito il suo incontro di primo turno degli Australian Open), nella speranza che l’ATP prenda in considerazioni le rivendicazioni della componente attiva del circuito e proceda in direzione di una riduzione degli eventi in programma e di una più attenta disposizione degli stessi lungo il corso dell’intera stagione.
Chiaro appare dunque come l’attesa per una risposta da parte dell’ATP circa la presa di posizione dei numerosi professionisti espressisi in merito fosse alta. La risposta è giunta oggi, seppur in forma indiretta, attraverso la pubblicazione del calendario per la stagione tennistica 2k19. La presa di posizione dell’Association of Tennis Professionals pare altrettanto netta: il calendario non mostra alcun cambiamento rilevante in grado di rispondere alle necessità emerse fra i giocatori.
Se non si considera difatti la cancellazione dell’ATP 250 di Istanbul in programma dal 23 al 29 Aprile, evento comunque non certo di primo ordine, l’unico altro cambiamento che si rileva confrontando l’attuale calendario con quello targato 2019 è un apparentemente inspiegabile anticipo di quattro giorni per l’avvio del Master 1000 di Indian Wells, la cui data di inizio è stata anticipata al 4 Marzo, con una manovra che andrà a ridurre ulteriormente, se non addirittura ad annullare, lo spazio intercorrente fra la fine dei tornei in programma la settimana precedente, ovvero i due ATP 500 di Dubai ed Acapulco e l’ATP 250 di San Paolo.
Il messaggio, per quanto velato, sembra piuttosto chiaro: Show must go on signori e signori, le danze non possono fermarsi.
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Il calendario non c’entra niente.e’la troppa fisicità che ci mettono per vincere e alla fine il fisico spremuto presenta il conto!!!