Sarà l’epoca d’oro del tennis maschile italiano

Il tennis italiano maschile sarà protagonista assoluto nei prossimi anni. L'obiettivo? Tornare a vincere un torneo del grande slam che manca dal Roland Garros vinto da Panatta nel 1976.

Se qualche anno fa ci avessero detto che il tennis italiano avrebbe ottenuto un paio di semifinali slam, un titolo nei prestigiosi Master 1000, il vincitore delle Nextgen Atp Finals, avrebbe avuto otto giocatori nei primi 100 del ranking e svariati tornei vintinon ci avremmo creduto. Ci sarebbero sembrati risultati eccezionali , quasi irraggiungibili, fuori dalla nostra portata dato che eravamo abituati da qualche decennio a vacche magre, quasi magrissime in alcuni periodi.

Solo poco più di tre anni fa il nostro tennis sembrava in discreta crisi: tre tennisti nella top 100 non proprio di primo pelo (Fognini, Seppi, Lorenzi) assenza di ricambi nelle retrovie e giovani che non c’erano o che non sembravano in grado di sfondare nel tennis che conta. Sono passati pochi anni ed ora tutto è cambiato e le prospettive sembrano a dir poco rosee.

Jannik Sinner of Italy poses for a photograph at the first-ever Red Bull Next Gen Open tennis tournament at Fiera Milano on November 8th, 2018. // Sebastian Marko/Red Bull Content Pool // AP-1XF2X7QTS2111 // Usage for editorial use only // Please go to www.redbullcontentpool.com for further information. //

Il nuovo che avanza nel tennis italiano sono Matteo Berretttini da Roma e Jannik Sinner da Sesto Pusteria. Giovani, forti e con un futuro radioso davanti, ma la buona notizia è che dietro loro ci sono tanti altri giovanissimi che potrebbero esplodere nei prossimi anni e un gruppo di buoni giocatori che potrebbero ,pure loro, togliersi e toglierci qualche soddisfazione. Insomma potremmo accingerci a vivere un’epoca d’oro del tennis italiano, pandemie permettendo.

L’ uomo di punta , dicevamo, è Matteo Berrettini: il ragazzone romano di 24 anni ha avuto una stagione 2019 a dir poco straordinaria culminata con la semifinale allo Us Open (sconfitto da Nadal) e con la qualificazione alle Atp Finals. Da ricordare anche i due tornei vinti ed altri piazzamenti rilevanti. Ad inizio di questo 2020 Matteo ha avuto qualche problema fisico che gli ha impedito di competere ed ottenere altri risultati sulla scia dell’anno passato. La pausa dovrebbe averci riconsegnato un Matteo in forma che ha superato gli acciacchi, almeno così è sembrato nelle esibizioni giocate in questi giorni.

Berrettini rappresenta una tipologia di tennista che in Italia non si era mai vista. Un omone di 195 cm e 95 kg che fa del servizio e dritto le proprie armi esiziali. Per noi popolo di “terraioli” Matteo ha rappresentato una novità assoluta e il suo gioco moderno si adatta perfettamente al tennis di oggi . Mai avevamo avuto un nostro connazionale in grado di sparare servizi a 220/230km all’ora e di tirare dritti come sassate. Il lavoro svolto grazie al coach Vincenzo Santopadre è stato a dir poco eccezionale.

Il romano ha fatto progressi in ogni settore del campo diventando un giocatore pericoloso per tutti. Se dovesse riuscire a limare ancora un paio di piccoli difetti e migliorare in risposta (soprattutto di rovescio) e in mobilità allora , a quel punto, nulla sarebbe precluso e si potrebbe giocare per i titoli veramente pesanti. Il futuro è dalla sua parte e non ci resta che aspettare per rivederlo all’opera.

Chi potrebbe avere un futuro ancora più luminoso è Jannik Sinner da Sesto Pusteria, comune di neanche 2mila anime situato a due passi dall’Austria ed anzi questo territorio teoricamente sarebbe
dovuto appartenere ai vicini austriaci in quanto posto ad oriente della Sella di Dobbiaco, confine fisico e spartiacque. Possiamo dire che per una volta abbiamo avuto una fortuna sfacciata? Sì, lo possiamo dire. Le possibilità che in una località sciistica del Sudtirol a pochi metri dall’Austria ci fornisse uno dei migliori talenti tennistici del panorama mondiale erano praticamente inesistenti.

Forse avrebbero potuto fornirci uno sciatore come Patrick Holzer , pure lui di Sesto, e vincitore di due gare di coppa del mondo negli anni ’90, ma un tennista quando mai. Ed invece questa storia è reale. Jannik ovviamente inizia con lo sci e manco a dirlo è fortissimo e vince parecchie gare. Il tennis da bambino è un passatempo estivo, ma fin da subito traspare una facilità impressionante nei colpi che fa uscire dalle sue braccia magrissime delle vere e proprie cannonate.

Fortunatamente viene notato da Max Sartori, il coach storico di Seppi, che nell’estate del 2014 lo porta al Piatti tennis center di Bordighera. Pochi lo conoscono fino all’esplosione del febbraio 2019 nel Challenger di Bergamo dove da outsider , grazie ad una wild card, vince il torneo. Da lì sarà un crescendo rossiniano e ad oggi Jannik è il miglior teenager al mondo classifica alla mano. Il 18enne sudtirolese , che compirà 19 anni il 16 agosto, è già numero 73 del ranking.

Purtroppo la pausa prolungata della stagione gli ha impedito la scalata che lo avrebbe molto probabilmente già portato nei primi 30-40 , ma come ha dichiarato il suo allenatore Riccardo Piatti, in questa lunga periodo Sinner si è allenato molto soprattutto fisicamente ed arriverà prontissimo alla ripresa della stagione. Lo abbiamo già potuto notare con i nostri occhi nelle esibizioni giocate in Germania questi giorni, dove è riuscito a sconfiggere due top 15 come Khachanov e Bautista Agut.

Inutile fare gli scaramantici e nascondersi perchè Jannik è quasi certamente il più forte 18enne mai visto in Italia e gli ingredienti per sfondare al livello massimo sembrano esserci tutti. Chiaramente non bisogna mettere troppa pressione su un ragazzo così giovane. Sinner ha due fondamentali di rimbalzi potenti e precisi, soprattutto il rovescio è un colpo naturale e perfetto tecnicamente. Ha già ampiamente dimostrato di poter generare vincenti su vincenti contro chiunque.

I miglioramenti andranno ricercati nel servizio , ancora un po’ troppo discontinuo, nella gestione tattica dei punti e nella capacità di variare un po’ di più il gioco soprattutto a rete. Tutte cose che data la giovanissima età verranno corrette ed anzi si potrebbe dire che se da giovane sei così forte ed hai così tanti margini di miglioramento allora ,come dicono da altre parti, il cielo è il limite.

Non dobbiamo dimenticarci di tutti gli altri ed in particolare di Fabio Fognini. Il ligure che ha da poco compito 33 anni staziona al numero 11 del ranking mondiale e nel periodo di stop si è sottoposto ad un intervento di pulizia ad entrambe le caviglie. L’obiettivo è tornare in forma per la terra battuta . Erano anni che Fognini conviveva con questi acciacchi alla caviglia ed ora si spera siano stati risolti del tutto e nel caso fosse realmente così sappiamo bene che il suo tennis è capace di exploit di alto livello.

Non saranno magari dei campionissimi , ma hanno tutto per essere ottimi giocatori i vari Sonego, Travaglia, Caruso e Mager tutti nella top 100 attuale insieme al 36enne Andreas Seppi che continua a raccogliere buoni risultati nonostante problemi fisici cronici abbastanza seri. Non dimentichiamoci poi di Marco Cecchinato che dopo la semifinale al Roland Garros di due anni fa e il best ranking a numero 16 sta attraversando una crisi da cui speriamo possa uscire velocemente. Considerando la giovane età (27 anni) e il tennis che il siciliano è in grado di giocare non abbiamo dubbi che Marco possa tornare a buoni livelli.


Mai avevamo avuto otto italiani nei top 100, ma le buone notizie non terminano qui . Infatti c’è un gruppo di ragazzini che nei prossimi anni andrà a rimpinguare la pattuglia azzurra e qualcuno di
questi sembra avere qualità di primissimo livello

Il primo nome è quello di Lorenzo Musetti , classe 2002 da Carrara. Campioncino al livello junior dove ha vinto uno slam ed è stato numero 1 del mondo. Giocatore dal talento cristallino ancorchè
acerbo soprattutto mentalmente. Ad inizio anno stava facendo vedere notevoli miglioramenti tanto da aver raggiunto il ranking di numero 284, miglior 2002 come classifica al mondo.

Musetti incarna alla perfezione un tennis classico, con un rovescio ad una mano da far strabuzzare gli occhi ed una capacità di accarezzare la palla davvero rara per i giovani di questi tempi.
Dietro di lui Giulio Zeppieri da Latina. Ragazzo mancino pure lui di 18 anni con buonissime qualità che gioca un tennis potente. Purtroppo qualche acciacco fisico lo ha leggermente frenato negli
ultimi mesi pre-pandemia.

Dietro questi due ragazzini abbiamo il 16enne , compirà 17 anni ad Agosto, Luca Nardi da Pesaro. Giocatore estremamente promettente che a marzo, prima della chiusura di tutto e dello stop del circuito, si era aggiudicato un torneo future a Sharm el Sheikh e che pochi giorni fa allo ZzzQuil Tennis Tour a Perugia ha tenuto testa tre ore al numero 53 Andujar, perdendo 64 al terzo , ma mostrando lampi di talento abbagliante. Diciamolo sottovoce , ma pure lui sembra un mezzo predestinato.

La lista comprenderebbe ragazzi, al momento meno conosciuti, ma di sicuro potenziale pure loro come Matteo Gigante classe 2002 , che anche lui si è fatto notare nelle ultime settimane in questi
tornei in Italia, lo junior Flavio Cobolli e altri ancora.

Insomma bando alle scaramanzie e diciamocelo senza troppi giri di parole : probabilmente l’Italia avrà nei prossimi anni una vera e propria epoca d’oro del tennis maschile. Mai avevamo avuto così tanti giocatori protagonisti e mai avevamo avuto un ricambio generazionale così corposo con tanti ragazzi pronti ad arrivare nella top 100. Ci vorrà ancora un po’ di pazienza, sia perchè la ripresa del tennis non è ancora imminente sia perchè con ragazzi giovani bisogna saper aspettare senza caricarli di pressione.

Il fatto di avere oggi giocatori assoluti protagonisti come i sopracittati Berrettini e Fognini permetterà a tutti quanti di crescere senza i riflettori sparati addosso e sarà certamente un vantaggio. Oltretutto avendo così tanti giocatori si potrebbe creare un bel clima competitivo tra giocatori italiani che li porterà , inevitabilmente, a spronarsi l’un con l’altro.

Abbiamo aspettato tanti anni, ma finalmente sembra essere arrivato il nostro turno e come diceva
quel tale “the best is yet to come”.

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