Due decadi di top 20 ATP a confronto: com’era la situazione nel 2010 e nel 2000 rispetto ad oggi?

Abbiamo effettuato l'esperimento di mettere a confronto i primi 20 giocatori del ranking ATP di Febbraio 2010 e quelli di Febbraio 2000 con i primi 20 delle classifiche aggiornate ad oggi. Vediamo cosa ne è venuto fuori

Cosa succederebbe se mettessimo a confronto la classifica ATP  con i primi 20 tennisti del mondo aggiornata ad oggi con quella di 10 anni fa e di 20 anni fa? Abbiamo condotto questo esperimento, e ciò che ne è venuto fuori è veramente interessante, e offre molti spunti di discussione. Ovviamente, invitiamo voi lettori a dare il vostro parere e farci notare qualcosa che può esserci sfuggito. Pronti? Partiamo!

Ecco qui di sotto la top 20 ATP del 7 Febbraio 2000, quella dell’8 Febbraio 2010 e quella di oggi, 10 Febbraio 2020, da sinistra a destra, rispettivamente:

Tre decadi di top 20 ATP a confronto

Riportiamo di seguito quello che è saltato ai nostri occhi in ordine cronologico.

Superfici:

Tenendo conto del raddoppio di punti attribuiti nel circuito Atp avvenuto nel 2009, un aspetto interessante è come, nel 2000, regnava sicuramente un maggiore equilibrio, in quanto si era ancora nell’era degli specialisti di determinate superfici, ma che scarseggiavano a risultati lontano dalla superficie prediletta: un esempio lampante è quello di Gustavo Kuerten, “terraiolo” per antonomasia, capace di salire anche fino al primo gradino del ranking alla fine di quello stesso anno, vincitore di 3 Roland Garros e 15 titoli su terra, ma mai capace di andare oltre i quarti nelle altre prove dello Slam. Una situazione come questa, con un tennista specializzato in una sola superficie che diventa numero uno del mondo, al giorno d’oggi non sarebbe possibile.

Età media

Qui emerge un altro aspetto interessante, e che conferma con i numeri quello che ormai nell’ambiente è noto ai più, e cioè che la longevità dei tennisti è aumentata progressivamente; questo è stato possibile grazie all’evoluzione delle tecniche di conditioning fisico specifiche per il tennis, e dal fatto che ormai ogni tennista si muove per il circuito con un entourage composto da coach, preparatori atletici, fisioterapisti, mental coach, nutrizionisti etc., e cura ogni aspetto della propria preparazione. Ad un’età media dei top 20 di 24.7 anni nel 2000, si contrappone quella di 25.75 del 2010 e addirittura di 27.85 anni nel 2020! Fa impressione vedere che, sia nel 2010 che nel 2020, tre delle prime quattro posizioni del ranking ATP sono occupate dai “tre tenori”, Djokovic, Nadal, Federer, tutti e tre oggi abbondantemente over 30. Inoltre, se si guarda al numero di tennisti 30enni o ultra-30enni presenti in top 20, ne troviamo uno solo nel 2000 (Pioline al n.15), due nel 2010 ( Stepanek e Haas, al n.14 e n.17, rispettivamente) e ben nove nel 2020 di cui quattro nei primi 10!

Nazionalità

In questo caso c’è da notare il calo netto di tennisti statunitensi e australiani fra i migliori del mondo: se nel 2000 gli USA e l’Australia annoveravano ben 3 tennisti per Paese fra i primi 20, ad oggi ne hanno uno solo per Paese, fuori comunque dalla top 10 (Isner n. 18 e Kyrgios n.20), e si conferma lo strapotere crescente dell’Europa. Infatti, se nel 2000 le prime 20 posizioni erano distribuite equamente fra tennisti europei e non europei, ad oggi i primi 10 tennisti del mondo sono europei, con nazioni come Grecia, Belgio, Svizzera, Italia, che invece nel 2000 non contavano nessun rappresentante in top 20. In particolare, è curioso notare come la Francia si rivela l’unica Nazione in queste tre classifiche ad avere sempre almeno due tennisti fra i primi 20 del mondo. Scomparsa invece dai radar la Svezia, che come sappiamo ha attraversato una crisi generazionale, e punta su giovani speranze come Ymer per tornare ad avere un rappresentante nel tennis che conta dopo i fasti delle decadi precedenti.

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Questa la nostra analisi. E voi, avete notato qualche particolare interessante? Segnalatecelo nei commenti!

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