[tps_title]#2 Bjorn Borg, 1991[/tps_title]
Siamo nel 1991, e uno dei campioni più forti dell’intera storia del tennis ha deciso di rientrare nel circuito dopo sei lunghi anni di assenza, e dopo un ritiro dal sapore amaro: Bjorn Borg, “l’orso” svedese dagli occhi di ghiaccio che, insieme a John McEnroe, aveva infiammato gli animi degli appassionati, torna finalmente a disputare un torneo, sulla sua amata terra rossa, e nella cornice del Principato di Monaco, in cui ha trionfato tre volte. Proprio Montecarlo era stato lo sfondo dell’ultimo match giocato dal cinque volte campione di Wimbledon, che, costretto a giocare le qualificazioni in ogni evento e ormai estenuato e stanco della dura vita cui il tennis lo costringeva, aveva annunciato il ritiro. Sette anni più tardi, però, per la gioia dei tanti tifosi, lo ritroviamo sul campo, deciso, almeno secondo quanto lui stesso dichiarava, a riscattarsi.
La storia, però, è andata diversamente: quello di Borg infatti fu un ritorno decisamente fallimentare, costellato di amare sconfitte e privo di soddisfazioni. Accompagnato dalla sua “Donnay” il legno, la sua storica racchetta ormai anacronistica, il campione svedese fallì clamorosamente a Monte Carlo, dove venne sconfitto dal numero 54 del mondo Jordi Arrese, con il punteggio di 6-2 6-3. E non diedero migliori esiti neanche le due stagioni seguenti, in cui, nonostante il tentativo di adottare un attrezzo più evoluto e adatto ai tempi, Bjorn non si aggiudicò neanche un incontro, con qualche piccolo miglioramento nelle ultime apparizioni nel 1983: nell’ultimo match della sua carriera, disputato a Mosca contro Aleksandr Volkov, riuscì perfino a guadagnarsi un match point, ma ne uscì sconfitto nuovamente sconfitto, e non poté far altro che annunciare il ritiro, questa volta davvero definitivo. Insomma, si può affermare che il “comeback” all’inizio degli anni ’90 fu per l’orso” una parentesi fallimentare, che non toglie né aggiunge alcun valore alla sua strepitosa carriera.