-Federer mi ha divertito, ed in uno Slam i cui primi due giorni hanno riservato soltanto, eccezion fatta per qualche sporadico caso, ore ed ore di plumbeo spettacolo, la notizia merita di apparire in primo piano nel diario odierno. Nonostante il Vate sia stato costretto ad un duplice tiebreak per conquistare i primi due parziali, le dinamiche di gioco non hanno mai lasciato spazio a dubbi che ipotizzassero una possibile vittoria dell’inglese. Sia chiaro, Evans, da sempre buon giocatore dotato di un’ottima fase difensiva ma di un bagaglio tecnico composto da fondamentali piuttosto deboli, è stato interprete di un’ottima prova, ma troppa era la differenza di qualità, nonostante in conferenza stampa lo svizzero abbia sminuito la faccenda, per poter pensare ad un incontro punto a punto. Lo attende ora Fritz, meritevole di lodi per essere uscito vittorioso dalla maratona disputata con Monfils, lasciando sullo sfondo un ipotetico quarto turno che lo vedrebbe opposto a Tsitsipas.
-Per Nadal è tutto sin troppo facile contro Matthew Ebden, che nulla può in confronto alla mortifera pesantezza di palla del maiorchino se non strappare sei giochi totali, riuscendo, in quei frangenti, a tenere il turno di battuta. Lo spagnolo, di candido merletto addobbato, termina il match con statistiche particolarmente favorevoli. Colpisce l’81% di punti vinti con la prima di servizio, colpo sul quale, nello stop dalle competizioni attraversato, Nadal ha lavorato a lungo. Un minor caricamento sulle gambe per sfruttare al massimo l’altezza, la posizione della mano ad inizio movimento e la ricaduta della gamba destra, ora portata maggiormente all’interno del campo, dopo l’impatto con la palla. Tre semplici accorgimenti che sembrano dare, al colpo di inizio gioco, una spinta in più. 204 km/h è stata la massima velocità raggiunta dalla prima, che ha tenuto una media di 187 km/h. Il terzo turno con De Minaur, corridore instancabile costretto al quinto set da un Laaksonen incline alla rimonta, sarà un test attendibile per valutare le reali condizioni di Rafa sulla media-lunga distanza.
-Fabbiano batte Opelka in un match visivamente comico. I due sono infatti separati da circa quaranta centimetri di differenza, fattore che ha portato una buona dose di pubblico ad assistere alla sfida più per osservare la diversità prodotta della specie umana che per gustare un tennis di genuina bellezza. Il tiebreak del parziale decisivo consegna all’italiano l’accesso ad un insperato terzo turno, conquistato dopo aver pazientemente sopportato la pioggia di ace (67) scagliata al suolo dall’imponente avversario. Per lui, un terzo turno con Dimitrov dal pronostico univoco, con la soddisfazione, però, di essere arrivato sino a questo punto.
-Con l’eliminazione di un infermo Anderson per mano di Tiafoe, il grande colpitore al quale prestare attenzione nella parte bassa di tabellone diviene Tomas Berdych, riscopertosi, nonostante l’età ed un recente passato sommerso dall’oblio della naturale parabola discendente, autentica mina vagante della propria porzione di sorteggio. Tre set puliti ad Haase ed un incontro con Schwartzman costretto al quinto da Kudla. Insidiando l’ottavo di Nadal, il ceco potrebbe puntare in alto, risvegliandosi da un torpore che sembrava averlo completamente assoggettato.
-Attendiamo con impazienza il terzo turno tra Sharapova e Wozniacki. Tra le due non scorre buon sangue ed è noto che la bionda caramellaia non esiti particolarmente ad esprimere il proprio rancore verso le dirette rivali nel momento in cui si trova ad affrontarle in campo. Agonisticamente parlando, il suo è un atteggiamento impeccabile. Maria picchierà con veemenza la palla livida e sofferente, mentre decibel di rabbia repressa accompagneranno le corse affannate della danese, in costante fase di recupero cui cercherà di sottrarsi utilizzando il caratteristico rovescio lungolinea. Sarà il match di giornata, il più atteso da pubblico e reti televisive assetate di dramma.
Dal vostro cronista è tutto, a domani.