-Serena Williams è uno di quegli individui eccezionali che non hanno termine di paragone alcuno e possono essere favoriti dai bookmaker anche a trentasette anni dopo un parto e diversi problemi legati alla salute del proprio corpo. Dicendo le cose come stanno senza inutili filtri perbenisti, l’americana si è presentata ai nastri di partenza di questa edizione di Wimbledon in sovrappeso, mostrando una mobilità totalmente insufficiente per poter essere competitiva nelle fasi avanzate del torneo. Eppure, qualcosa non torna osservandone la prestazione offerta oggi contro la Mladenovic, francesina dal tennis frizzante. Serena vince la partita 7-5 7-6, dominandola però, dal punto di vista tecnico e caratteriale, nei momenti decisivi. Il servizio, la più pregevole prodezza stilistica che il circuito in gonnella abbia mai avuto in dote, scorre via veloce e dodici sono gli ace scagliati al suolo con brutale potenza. Quando colpisce la palla da ferma, inoltre, lo schiocco prodotto dai suoi colpi è ancora musica, armoniosa e polifonica, per le orecchie esigenti degli appassionati. Serena sa quando utilizzare la ristretta riserva di energia che possiede ad ogni partita, è perfettamente consapevole della diversità di peso specifico che distingue un quindici dall’altro. Quando chiamata a vincere uno scambio, lo vince. La marcia continua inarrestabile. Un prodigio umano ancor prima che sportivo.
-La partita tra Federer e Struff, nonostante un epilogo più scontato della sconfitta di una testa di serie nei primi turni del tabellone femminile di uno Slam, è stata gradevole. Il tedesco, inizialmente privo di timori reverenziali nei confronti del Vate, spinge bene sulle palle gli vengono concesse dal lato del dritto, sfruttando il proprio poderoso servizio per imboccare più volte la via della rete. Con il passare dei game, la forbice si allarga secondo logica e lo svizzero dilaga inventando colpi sui quali gli esteti del tennis, me compreso, rimangono ogni volta abbagliati. Il tabellone di Roger, a lui particolarmente agevole, lo vedrà ora opposto a Mannarino, ennesima vittima sacrificale che nulla potrà fare se non godersi l’atmosfera del campo centrale prima della pubblica ed applaudita esecuzione.
-Camila Giorgi annulla un match point e raggiunge la seconda settimana dei Championship. La marchigiana merita tutti i complimenti del caso per essere stata in grado di ribaltare una partita persa più volte, lasciando che l’ossigeno fluisse al cervello durante le fasi delicate di una sfida che, vista da fuori, si è giocata su pochi scambi. Troverà ora, come prossima avversaria, Ekaterina Makarova, che fa suo il match tra risorte con Lucie Safarova, colpevole dell’estromissione della maga Radwanska e costretta dunque, giustamente aggiungo, a patire una sconfitta pesante partendo da favorita. Per Camila non sarà un incontro impossibile, conoscendo i problemi che la russa incontra quando si trova di fronte a fondamentali più pesanti e celeri dei suoi. La prima domenica è stata superata. Se Camila dovesse arrivare alla seconda, un signore dagli argentei capelli finirebbe sulle cronache britanniche per oltraggio alla Regina.
-Fabbiano perde con Tsitsipas che è semplicemente più forte di lui. Nulla di strano, se non un punteggio forse troppo severo. Il torneo dell’italiano è comunque da incorniciare, con due turni superati da sfavorito tra i quali spicca l’impresa con Wawrinka, che ad inizio torneo non poteva essere previsti. Bravo Thomas, capace di trarre il massimo da una situazione favorevole che gli ha permesso di raggiungere una fase del torneo avanzata rispetto al suo livello di tennis.
Dal vostro cronista è tutto, a domani.