-Una prima vincente squarcia il mondo del tennis generando una delle più grandi sorprese che si ricordino. Roger Federer, favorito assoluto in un tabellone che pareva essere costruito apposta per il suo conclamato successo, cede a Kevin Anderson dopo essere stato in vantaggio 2 set a 0. Non è una semplice notizia. Il sudafricano è protagonista di quello che a tutto tondo può considerarsi un miracolo sportivo. Un inizio di partita nel corso del quale, veleggiando, il Vate incarnava la figura celestiale capace di sopprimere la potenza dei grandi battitori, ruolo che con maestria ha sempre recitato nel corso dell’intera carriera. 6-2 7-6, pur recuperando un break nel secondo parziale, e l’impressione che nulla sarebbe stato in grado di fermarlo. Poi un match point, che un tiebreak perso quasi per caso fa dimenticare. Nel corso del quarto set Roger appare progressivamente sempre più stanco, fatica ad arginare ed imprimere al gioco i suoi angelici schemi, dando l’impressione di sottostare pian piano al continuo turbinio di ace che Anderson propone. Il quinto set mi ricorda con insistenza quello che lo scorso anno si trovarono a disputare Nadal e Müller, con il lussemburghese, meno quotato, che faceva affidamento su una costante prima per scalfire e sfinire il favorito avversario. Le sensazioni sono le stesse, Federer non è mai in grado di avvicinarsi alla meta. Un doppio fallo dello svizzero è il segnale che il destino, stavolta beffardo nei confronti delle sorti del numero uno, ha deciso il proprio vincitore. A questo segue un errore di dritto, lo stesso con il quale concesse a Nadal, nella finale decantata di dieci anni fa, il primo successo a Wimbledon. Anderson sfrutta l’occasione ed il suo braccio non trema, nonostante un quindici iniziale di svantaggio. Ace e prime al centro che Roger non può toccare, dopo più di quattro ore di partita il campo 1 scrive la fine di un match storico. Era il favorito per la conquista del titolo, nettamente più forte di chiunque, sulla sua superficie prediletta. Iniziava la sfida dopo aver segnato record di vittorie e domini. Cede dopo essere stato in vantaggio di due set. È giusto dirlo, il sudafricano ha vinto con merito, avendo giocato meglio, commesso meno errori e servito alla perfezione nei momenti decisivi. Il mondo del tennis subisce la scossa più grande dell’anno. Sua Maestà Roger Federer fuori da Wimbledon e, per quello visto oggi, è giusto così.
-Tra Rafa Nadal e Juan Martin Del Potro è stata una sfida stracolma di emozioni. Lo spagnolo, con una prevedibile tattica incentrata totalmente sulla pressione verso il flebile rovescio dell’argentino, sembrava inizialmente poter dominare. Poi, a fine secondo parziale, Rafa inizia a concedere qualcosa, sbaglia dal lato sinistro del campo e l’incredibile dritto di Delpo, ogni volta entusiasmante pur lo si ammiri da più di dieci anni, forava la sfatta erba producendo vincenti in serie. L’argentino conduce due set a uno quando tutti si aspettano una reazione di Nadal, che arriva puntuale mostrando una volta ancora il motivo per il quale sia il più grande combattente della storia del tennis. Strappa il servizio una volta, poi due. Il quinto parziale è un connubio di emozioni forti. Da una parte Nadal rimane aggrappato ad ogni quindici, inventa parabole stupende che atterrano nei pressi delle righe, mostra un tennis irreplicabile fatto di curve mancine e disarmanti rotazioni. Chiude il quinto game ottenendo il break, si esalta come solo lui è in grado di fare. Delpo aumenta al servizio, mentre Rafa è costretto a fronteggiare numerose palle break. Le annulla tutte, complice qualche errore commesso dall’argentino. Non molla, resiste colpo su colpo difendendo con belluina prorompenza. Quando la partita termina, è Rafa il vincitore di una battaglia epica, che per anni rimarrà nel ricordo di molti. Semifinale con Djokovic, che fa sua la scontata sfida con Nishikori. Sarà aureo e purissimo spettacolo. Nadal è in grado ogni giorno di stupirmi.
Dal vostro cronista è tutto, a domani.