Malgrado i cattivi presentimenti, aspettavo con ansia l’uscita di “Unstoppable: My Life So Far”, la (prima) autobiografia di Maria Sharapova in uscita il 12 settembre, inarrivabile icona non solo del tennis ma anche dell’epoca che stiamo vivendo. Certo, sapevo benissimo che la pubblicazione del libro era una macroscopica operazione commerciale, un tentativo mirabilmente studiato a tavolino di mondare l’immagine della campionessa eroica e indistruttibile infangata dall’ombra del doping ma capace di risorgere dalle proprie ceneri. Mi aspettavo già che in quel libro ci sarebbe stato il doloroso racconto di quei durissimi giorni in cui la bella Masha si ritrovò a comunicare al mondo che lei, l’irreprensibile regina del tennis, aveva assunto il meldonium, una sostanza ritenuta dopante dall’Agenzia Mondiale Antidoping. Mi aspettavo anche l’accurata descrizione del lungo periodo di squalifica, magari le commoventi descrizioni dei mesti giorni passati a guardare in tv, coricata sul divano, le colleghe che si contendono i grandi tornei (come fra l’altro aveva già raccontato in un suo post su Facebook, per convincerci che anche lei è, in fondo, una persona normale). Mi aspettavo tutto questo e infatti, leggendo le prime anticipazioni, non mi sbagliavo. Ma alla fine, ci sta anche questo, perché in linea con il marchio “Maria Sharapova” che si è costruita (e che le hanno costruito) negli anni, un capolavoro di marketing di successo che rende oro tutto ciò che tocca ma dove ben poco in realtà è ciò che sembra.
C’è però una cosa che non mi sarei aspettato da un libro di Maria Sharapova, cioè i commenti ben poco eleganti su Serena Williams, riportati ormai da giorni da molte testate internazionali. Che nell’autobiografia si parlasse a lungo della rivalità con Serena Williams non avevo dubbi (purché di rivalità si possa ancora parlare quando sei sotto 2 a 19 negli scontri diretti), ma credevo che l’algida Maria ci risparmiasse inutili frecciatine e virgolettati evitabilissimi e tutti da dimostrare. E invece no. L’episodio risale alla finale di Wimbledon 2004, primo scontro fra le due, vinto da una Sharapova allora 17enne:
Non molto tempo dopo, ho sentito che Serena aveva detto ad una sua amica: “Non perderò più contro quella piccola stronzetta [“I’ll never lose to that little bitch again”]».
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Pagliacci.
“Frecciatine scorrette” ma da quale pulpito… Ma avete letto tutte le dichiarazioni che hanno fatto le altre nei suoi confronti durante tutti questi mesi; Maria è sempre stata una signora, dentro e fuori dal campo, mi pare ora che si togliesse qualche sassolino dalla scarpa.
Giusto
Se non avete letto il libro mi dite come fate a parlarne. A meno che per “seguiamo la moda italiana”, non intendiate il parlare senza sapere. Ma può anche significare ci atteniamo al non leggere il libro come la maggior parte degli italiani che non legge nulla. Mi pare che la vostra sia una testata giornalistica, ebbene una delle regole di questo mestiere, che mi onoro di praticare da 38 anni, è quella di conoscere prima di parlare. E’ vero che oggi la summentovata regola viene dai più disattesa, ma non mi sembra un buon motivo per non seguirla. Detto questo, a proposito di seguire, credo che non seguirò più questa pagina.
Caro Sabatino, siccome sei giornalista capirai che questo è un “corsivo”, un pezzo volutamente pungente di commento e dallo stile più ardito e umoristico rispetto ai normali articoli pubblicati. Non mi riferisco ovviamente a te, ma come la gente critica i libri senza averli letti, molti criticano gli articoli fermandosi solo al titolo.
È proprio la cosa che a me da fastidio, giudicare senza sapere il contenuto. Ho letto tutto l’articolo e quello che ho notato è che la persona che lo ha scritto è spinta da un odio viscerale contro la Sharapova, mancando di obiettività nella maggior parte del pezzo.
Perché è appunto un pezzo in parte umoristico, che parte dal presupposto di non aver letto il libro, più chiaro di così 🙂 Però riprende parte delle sue stesse dichiarazioni e delle anticipazioni del libro e racconta, forse in modo un po’ pungente, quello che Maria è. Credimi Ciro, io non odio proprio nessuno, anzi la stimo per molti aspetti 🙂
Tennis Circus A me, più che ardito e umoristico, sembra un patchwork di luoghi comuni e piccoli pettegolezzi. E poi l’estensore del pezzo perché scrive in prima persona? Chi è Montanelli?
Che ha in contrario con l’esposizione in prima persona dell'”estensore”, caro Sabatino?
Tennis Circus Non sono io che ho qualcosa in contrario, è buona regola del giornalismo usare la terza persona, a meno che tu non sia particolarmente autorevole nella materia trattata (come ad esempio il sottoscritto nel settore degli orologi). Così come quando fai un’intervista è buona regola dare del lei all’intervistato anche se è tuo fratello.
Sabatino, so perfettamente le regole del giornalismo, essendo professionista come lei, come so che nei pezzi ironici, di commento o di corsivo la prima persona è d’uso (così come la terza per i pezzi di cronaca, approfondimento ecc è d’obbligo). Normalmente io non la uso mai, e non sono nessuno, ma nel mio sito credo di potermi permettere questo lusso.
Maria è una grande
Eccezion fatta per Petra!
Civsiamo dopati noi..noi eravamo positivi..ma fatemi il piacere
Il Tennis ha una nuova no 1; sul campo da tennis e sul red carpet.
La Sharapova si metta il cuore in pace
Loool
Per ora… bella e brava, ma aspettiamo un po’… nel femminile le numero 1 vanno e vengono…
Odiosa
Maria, sei bella e brava, è tutta invidia… fregatene…