Alla vigilia della finale maschile abbiamo scambiato due chiacchiere con Gianni Ocleppo per commentare questa edizione dell’US Open. Come sempre il campione piemontese ha un punto di vista molto personale e schietto sui fatti tennistici, come testimoniano le sue opinioni sullo Slam statunitense.
TC Gianni, cominciamo il nostro sguardo sulle due settimane dello US Open con le delusioni. Da chi ti aspettavi qualcosa in più?
GO: Senza dubbio da Milos Raonic. Davvero uno delusione. Un’uscita anticipata da parte del finalista di Wimbledon non è ammissibile, in un momento ideale tra l’altro per lui per stabilizzarsi nella top 5 della classifica. Una sconfitta contro Ryan Harrison per di più, con tutto il rispetto, ma non certo un campione.
TC: Concordo, per altro senza opporre valide resistenze o alternative. Vedremo se saprà riprendersi. Ti aspettavi qualcosa in più anche da Borna Coric?
GO: Decisamente anche da lui, sebbene si sia infortunato. Ha tempo per riprendersi però. Invece chi doveva arrivare con altre prospettive rispetto al quarto turno raggiunto, tra l’altro anche abbastanza faticosamente, era Dominic Thiem. La sua programmazione di quest’anno è stata davvero forzata, chi l’ha fatta ha sbagliato, impegnandolo troppe settimane, col risultato che il ragazzo è arrivato scarico all’appuntamento Slam. Intendiamoci: parliamo di una certezza, l’austriaco non è più una sorpresa, motivo per cui deve programmarsi meglio in vista degli appuntamenti più importanti.
TC: Il capitolo italiani. Questa volta possiamo avere qualche ragione per sorridere grazie a Paolo Lorenzi e Alessandro Giannessi, alla qualificazione di Thomas Fabbiano. Che ne pensi?
GO: Rispetto a Wimbledon si è visto qualche segnale positivo, senza dubbio. Sono molto contento per Alessandro Giannessi, un ragazzo che conosco già da quando si allenava al centro federale. Ottimo dritto, buon servizio, rovescio da migliorare, ma molto ben educato e preparato, spero risolva definitivamente i suoi problemi fisici e trovi una sua dimensione tennistica, vale i primi 100 del mondo stabilmente. Un po’ deluso da Fabio Fognini, dopo quella rimonta pazzesca con Gabashvili mi aspettavo un acuto nel torneo, ha il tennis per farlo e la condizione fisica è parsa davvero buona, peccato, manca sempre qualcosa a livello di attitudine: la sua classifica è bugiarda in questo momento. Lorenzi è stata fanstico. Un ragazzo encomiabile per attitudine, educazione, voglia di migliorarsi: serve a 200 km\h, i colpi da fondo sono affidabili: gli manca il vincente, ma il suo momento è arrivato grazie a queste qualità. Non vorrei che i giovani lo prendano come esempio: lui è un caso isolato, è arrivato a 30 anni a questo livello solo grazie alle sue qualità psicologiche, non è un paradigma da prendere a modello replicabile con facilità.
TC: E di Andreas Seppi che dici? Vederlo in quella posizione di classifica dispiace tantissimo.
GO: I problemi all’anca sono molto seri. Non mi meraviglierei che decidesse di fermarsi se non dovesse riuscire, come è ipotizzabile, a confermare la top100. Parliamo di un ragazzo straordinario per dedizione e comportamento, che ha ottenuto tanto dal suo tennis e ha dato tantissimo al tennis italiano.
TC: Chi ti ha sorpreso in positivo invece?
GO: Il tennis francese in generale. Tre giocatori nei quarti di finale, uno in semifinale. Se ci fosse un campionato a squadre vincerebbero loro. Lucas Pouille poi ha giocato davvero oltre ogni aspettativa, approfittando di un Rafa Nadal sicuramente non proprio al meglio, fallosissimo specie di dritto, però è stato in campo molto coraggiosamente. niente da dire. Sono contento anche per il bel torneo giocato da Jo-Wilfried Tsonga: è arrivato un po’ sulle gambe al match con Nole Djokovic, e poteva approfittare di un numero uno del mondo non certo al suo meglio. Sono un po’ stupito dal comportamento di Monfils in semifinale invece. Posso capire l’idea di sconvolgere tatticamente il serbo, ma non lo farei in una semifinale Slam, con un pubblico come quello di New York, non molto incline a leggere il match da quel punto di vista e quindi capace di influire sulla partita.
TC: Per la finale cosa prevedi? Personalmente mi sbilancerei un po’ di più a favore di Stan Wawrinka per più di un motivo: attitudine mentale mostrata, la capacità di venire fuori da partite complicate, una grande sicurezza nei suoi colpi.
GO: Concordo con te, soprattutto circa l’affidabilità dei suoi colpi da fondo. Tira fortissimo, forse è quello che tira più forte di tutti in questo momento, con continuità e stando dietro la linea di fondo. Contro Kei Nishikori ha dato una impressionante dimostrazione di forza. Però in una finale contro Djokovic è dura darlo per sicuro favorito: il serbo ha dimostrato di avere grandi doti di sofferenza in campo. Certo, anche guardando le dichiarazioni di Nole qualche dubbio viene: avrebbe preferito di sicuro Murray, che accetta lo scambio e poi, per solito, soccombe. Wawrinka in questo momento ha le armi per disinnecascare il muro difensivo del serbo.
TC: Quanto influirà secondo te il fatto che lo svizzero sia restato oltre 14h in campo fino ad ora?
GO: Non tanto. L’adrenalina di una finale Slam carica ogni oltre immaginazione: se Wawrinka dovesse perderà non credo il fattore fisica sarà la causa principale.